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giovedì 28 marzo 2024

Fondazione Hruby: incontro con i giovani sulla protezione del patrimonio culturale

27-04-2016

Conosciamo davvero, come cittadini, il valore dei nostri beni culturali? E cosa facciamo per proteggerli? Per dare un segnale ecco l’iniziativa della Fondazione Enzo Hruby, da anni impegnata per sostenere la protezione del patrimonio culturale italiano contro furti, sottrazioni e vandalismi attraverso l’utilizzo delle moderne tecnologie di sicurezza. Nell’ambito di questo progetto si svolge l’incontro di oggi al Teatro Niccolini.
Sono intervenuti la vicesindaca e assessora all’educazione Cristina Giachi, Giampiero Mongatti, consigliere della Città metropolitana, Carlo Hruby, vicepresidente della Fondazione Enzo Hruby, Armando Torno, editorialista del Sole 24 Ore, Mauro Pagliai, proprietario del Teatro Niccolini e artefice della sua rinascita, ed Eike Schmidt, direttore della Galleria degli Uffizi. In apertura partecipa con un video messaggio l’onorevole Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario ai beni culturali.

L’iniziativa è organizzata dalla Fondazione Hruby (in collaborazione con il Comune di Firenze e la Città Metropolitana e con il coinvolgimento di numerosi istituti scolastici toscani), che ha dato vita ad un ciclo di incontri rivolto alle ultime classi dei licei e agli studenti universitari per sensibilizzare i giovani sull’importanza della protezione dei beni culturali contro i numerosi rischi connessi agli episodi criminosi, in particolare furti, sottrazioni e atti di vandalismo.

Luogo scelto per l’incontro è il Teatro Niccolini, esempio di collaborazione tra pubblico e privato per il recupero di un bene che è patrimonio della città e dell’Italia intera, per il quale la Fondazione Enzo Hruby ha sostenuto la protezione attraverso le più avanzate tecnologie di sicurezza in occasione della recente ristrutturazione.

Durante l’incontro viene offerto in omaggio ai partecipanti il volume ‘Un capolavoro chiamato Italia. Racconto a più voci di un patrimonio da tutelare, proteggere e valorizzare’, pubblicato dalla Fondazione Enzo Hruby.

«L'iniziativa della Fondazione Hruby – afferma Ilaria Borletti Buitoni - è non solo meritevole ma necessaria, perché se - come penso da tempo - tutela e valorizzazione sono due facce della stessa medaglia, diventa tanto più giusto e imprescindibile costruire una consapevolezza sui rischi che corre il nostro immenso patrimonio storico-artistico, come precondizione per una nuova cultura della fruizione a partire dalle nuove generazioni».

«Con questo progetto rivolto ai giovani – dichiara Carlo Hruby - intendiamo far loro comprendere che il patrimonio storico e artistico italiano non è un concetto astratto ma fa parte del nostro vissuto quotidiano e rappresenta il più grande tesoro delle nostre città e dell’Italia intera. Proteggere i nostri beni culturali contro i furti, le sottrazioni e i vandalismi è fondamentale per renderli fruibili e per tramandarli nel tempo in tutta la loro bellezza e integrità. Il nostro auspicio è che i ragazzi coinvolti in questa iniziativa possano quindi comprendere l’essenza del patrimonio culturale italiano, il loro ruolo di custodi e il senso più profondo del legame tra protezione e valorizzazione come momenti fondamentali e indissolubili in cui si attua la tutela dei nostri inestimabili beni».

«Il modo più efficace per tutelare il nostro patrimonio storico e artistico – sottolinea la vicesindaca Giachi – non è solo perseguire chi vi attenta quotidianamente, ma creare una coscienza del valore che ha questo patrimonio, disseminato ovunque attorno a noi. E questo progetto della Fondazione Hruby guarda lontano. Al futuro, cioè, e a chi ne sarà protagonista. Alle giovani generazioni, dunque, che devono riappropriarsi della bellezza che li circonda».

«C'è chi ha detto impropriamente che con la cultura non si mangia - osserva Giampiero Mongatti - la storia del nostro territorio, la sua bellezza e l'attrazione che essa esercita nell'immaginario del pianeta, dice proprio il contrario. La valorizzazione del patrimonio culturale è peraltro uno stimolo a lavorare, come altri hanno fatto di secolo in secolo, per trasmettere la bellezza che dura e un sapere che cresce e fa crescere».

Fonte: www.comune.fi.it (Ufficio Stampa)