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giovedì 25 aprile 2024

Gli scritti di Gramsci sul giornalismo e da giornalista alla Biblioteca nazionale centrale di Firenze

23-05-2017

Martedì 23 Maggio, alle ore 17.00, in Sala Galileo della BNCF - Biblioteca nazionale centrale di Firenze il curatore Gian Luca Corradi, il critico letterario Marino Biondi e Danilo Breschi, docente di Storia del pensiero politico presso la facoltà di Scienze politiche dell'Università degli studi internazinali di Roma e Luca Bellingeri, direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze presentano gli scritti di Gramsci sul giornalismo e da giornalista, volume a cura di Gian Luca Corradicon prefazione di Luciano Canfora e postfazione di Giorgio Frasca Polara, edito da Tessere. L’iniziativa si svolge in occasione dell’80° anniversario della morte del fondatore de “l’Unità”.

Il volume raccoglie le 38 note – più una rimasta finora in ombra – dei Quaderni nelle quali Antonio Gramsci si occupa dell’argomento “giornalismo”, 67 degli oltre 1.500 articoli che scrisse come giornalista fra il 26 luglio 1910 su “L’Unione sarda” e, pochi giorni prima di essere arrestato l’8 novembre 1926, su “l’Unità” – il quotidiano che ha fondato nel 1924 – passando per “l’Avanti!”, “L’Ordine Nuovo”, “La Città futura”, “La Correspondance Internationale”; nonché 22 lettere, scritte prima e dopo essere incarcerato, in cui si occupa di giornali. 

Un lato di Gramsci, quello del giornalista e del teorico dei mass media, finora mai messo sufficientemente in luce se si tiene conto – come sottolinea Luciano Canfora, docente di Filologia greca e romana all’Università di Bari, nella prefazione ricca di spunti che faranno discutere i critici – che al momento dell’arresto il fondatore del più anomalo Partito comunista dell’Occidente dichiarò di essere «pubblicista» e di aver svolto la sua attività «quale scrittore del giornale “l’Unità”».
Ma, di più, una attenzione verso quel mestiere che lo colloca – scrive Gian Luca Corradi introducendo il libro – «fra i più autorevoli “guru” dei mass-media, da Vance Packard a Derrick de Kerckhove, da Umberto Eco a David Randall» e ne fa un “maestro”, già allora, delle scuole di giornalismo: Gramsci fa suo – nota Giorgio Frasca Polarastorico notista politico de “l’Unità” e portavoce di Nilde Jotti quand’era presidente della Camera – «il principio che il giornalismo debba essere insegnato, che non sia razionale lasciare che il giornalista si formi da sé casualmente, attraverso la “praticaccia”».
Un’attualità che si evince da un brano dei Quaderni, laddove Gramsci scrive: «Come potrebbe essere ritenuto capace di amministrare il potere di Stato un partito che non ha o non sa scegliere (il che è lo stesso) gli elementi per amministrare bene un giornale o una rivista? Viceversa: un gruppo che con mezzi scarsi sa ottenere giornalisticamente risultati apprezzabili, dimostra con ciò, o già con ciò, che saprà amministrare bene anche organismi più ampi».

Info: www.bncf.firenze.sbn.it