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giovedì 28 marzo 2024

''Puro semplice e naturale nell'arte a Firenze tra Cinque e Seicento'' in mostra agli Uffizi

27-10-2014
"Puro semplice e naturale nell'arte a Firenze tra Cinque e Seicento" è la mostra ospitata e realizzata dalla Galleria degli Uffizi, fino al 2 novembre, per la rassegna "Firenze 2014. Un anno ad arte".
Il progetto è stato realizzato grazie allo studio critico-scientifico sulla pittura fiorentina tra Cinquecento e Seicento condotto da Alessandra Giannotti e Claudio Pizzorusso, docenti universitari presso l'Università per Stranieri di Siena.
La mostra intende sovvertire il luogo comune di una cultura passatista, rivelando la forza di novità presente anche in quella linea dell'arte cittadina che tra Quattrocento e Seicento restò fedele alla tradizione dei propri modelli. Giorgio Vasari  (1511 -1574) esaltava la "Maniera moderna" come superamento della tradizione quattrocentesca, e collocava Leonardo, Michelangelo e Raffaello al centro di questo periodo di "somma perfezione". Con un diverso grado di convinzione affiancava a questi Fra' Bartolomeo (1473 - 1517) e Andrea del Sarto (1486 - 1530), disegnatori e meticolosi imitatori della natura, ideatori di opere devote.
Tuttavia Vasari, artista della corte di Cosimo I de' Medici, era distante da artisti che sostenevano una tradizione "pura, semplice e naturale", in quanto interpreti di una tendenza secondo lui ormai superata e priva di futuro. Andrea del Sarto e Fra’ Bartolomeo restarono dei punti di riferimento negli anni medicei e alla fine del Cinquecento riuscirono a soppiantare il "vasarismo", per rispondere alle esigenze dottrinarie sancite dal Concilio di Trento (1545-1563). Santi di Tito (1536-1603) e Jacopo da Empoli (1551 - 1640) promossero un programma di riforma dell’arte inspirato alle fonti “native”, cioè alla purezza di Fra’ Bartolomeo, Andrea del Sarto, Giovanni Antonio Sogliani e Ridolfo del Ghirlandaio. A metà del Seicento la stessa operazione venne riproposta da Lorenzo Lippi (1606 - 1665) e Antonio Novelli (1599 – 1662) come alternativa alla diffusione dell’arte barocca. Nella Firenze del primo Cinquecento il registro di nobile chiarezza ispirato al pensiero di Fra’ Girolamo Savonarola era un linguaggio condiviso dagli artisti a lui vicini, alcuni dei quali facevano capo alla “Scuola di San Marco”, punto di riferimento della comunità degli artisti che proponevano immagini di una religiosità essenziale e austera, comprensibile anche ai semplici e agli illetterati. Nella prima sezione l’esposizione pone davanti agli occhi dei visitatori le Annunciazioni di Andrea della Robbia (1435 - 1525), Andrea del Sarto, Santi di Tito e Jacopo da Empoli. Questi dipinti permettono di osservare le caratteristiche che legano i maestri della “Maniera moderna” e gli artisti presenti a Firenze tra la Riforma protestante e il primo naturalismo seicentesco.
L’installazione della mostra, strutturata in cinque sezioni cronologiche e quattro tematiche, ha collocato le opere su uno sfondo scuro che permette ai colori e ai volti chiari dei soggetti di risaltare in modo particolare.Tra i dipinti e le sculture esposti sono presenti anche opere di Domenico Poggini, Ottavio Vannini, Valerio Cioli, Franciabigio e una sala contenete testimonianze della pratica del disegno come strumento di ricerca e di conoscenza da Andrea del Sarto a Pontormo, fino a metà Seicento.
Per maggiori informazioni: www.unannoadarte.it

GB