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giovedì 25 aprile 2024

La legge francese che potrebbe rilanciare il cinema italiano

03-11-2014
"La Francia ha capito - ha affermato l'Assessora alla Cooperazione e alle rel. Internazionali del Comune di Firenze, Nicoletta Mantovani, in apertura del convegno "Belle Toujours"- che il cinema è un importante mezzo per veicolare la cultura e l'identità nazionale. Mentre in Italia prevale la logica del botteghino, che porta all'omologazione, in Francia tutto si basa sul cinema d'autore. Occorre lavorare per introdurre nel sistema culturale dell'Italia il meccanismo francese che permette l'inclusione di tutti".
Il nodo cruciale del convegno organizzato nell'ambito dell'iniziativa "France Odeon", tenutosi venerdì 31 ottobre nei locali del Palazzo Sacrati Strozzi, è la legge sul cinema pensata nel 1947 da André Malraux, il romanziere che fu ministro della comunicazione con De Gaulle; grazie a lui nacque un sistema normativo che ha saputo rinnovarsi nel tempo. Molti sono i principi fondamentali su cui poggia il sistema francese.
Basta pensare alla sua centralità dovuta al Centro Nazionale della Cinematografia, l'ente che coordina le attività delle sedi locali o al sua auto-finanziamento. Il sistema elaborato da André Malraux infatti, come una catena di montaggio, è costituito da attori distinti ma legati tra loro per trovare finanziamenti. Le sale di distribuzione ad esempio sono soggette a pagare a tale industria una tassa pari al 10% del costo del biglietto, mentre la televisione ed internet sono obbligate non solo a pagare per "mandare in onda" le pellicole, ma anche a reinvestire parte degli introiti nella produzione. Il cinema d'autore viene sostenuto da quello popolare e sopratto dalle grandi compagnie di fama internazionale che per poter proiettare i loro film sul territorio sono obbigate a pagare un'imposta sugli incassi del botteghino.
A sostenere la diffusione sul territorio delle pellicole vi sono i Festival, eventi a ricorrenza annuale che sono finanziati da enti pubblici, province ed associazioni. Ne esistono circa 20 di grandi dimensioni e 300 di piccole; tuttavia qualsiasi sia la loro portata ciò che conta è la loro capacità di far conoscere le nuove proposte, accattivare nuovo pubblico e dare la possibilità, agli attori di questa industria, di confrontarsi tra loro. "Ma un punto cardine del sistema francese, - come ha affermato Angelo Cianci, regista e professore italo-francese- è l'educazione all'immagine". Il percorso educativo non riguarda soltanto i diversi attori del sistema cinematografico francese, ma anche la cittadinanza, i bambini e gli adulti, proprio perché questo elemento si ritiene un fulcro indispensabile per la cultura.
Un convegno che ha donato a tutti una serie di spunti su cui riflettere per correre in soccorso ad un'industria che ha vissuto momenti di grande successo ma che adesso nel nostro Paese vive una crisi grossissima.

Martina Viviani