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venerdì 19 aprile 2024

Reporter alla Pergola: ''Decamerone - vizi, virtù, passioni''

15-12-2014

La semplicità della sceneggiatura, l’allegria che si incolla ai toni della voce, lo spettacolo che ancora prende forma ed il pubblico che ci è già inciampato dentro quasi in una trappola delle meraviglie. E si ritrova là, in un pezzo di mondo antico e variegato, dove le novelle di Boccaccio spaziano tra luoghi, costumi, dialetti e tra vizi e virtù umane. La regia di Marco Baliani ci regala un teatro squisitamente semplice, privo di artifici, veli e peli sulla lingua, quotidiano e naturale; che ci dimostra l’eterna attualità di un’opera che sa farsi amare e regalarci un prezioso e mai scontato dono: la leggerezza dello spirito. L’ironia dei racconti, dove comuni difetti e debolezze sono accolti sbandierando un sorriso e bandendo altrove la malizia, accompagna un pubblico spensierato fino alla fine della storia, o meglio fino al calare del sipario, perché le peripezie umane sono innumerevoli e le occasioni per ridere delle proprie mancanze ancora di più. Lo sfondo resta immobile, la recitazione e la fantasia fanno tutto ciò che serve. È l’occhio che sogna e si adegua ai richiami spazio-temporali della narrazione, mentre contenuti e variazioni linguistiche dei dialetti italiani ci dipingono dentro ciò che vogliono che veda: tanti piccoli emisferi, tanti piccoli frammenti di situazioni che possiamo segretamente desiderare, rifuggire come i più orridi peccati o riconoscere come i più cari amici di gioventù, ma mai elevarci a giudicare. Con gelosie, serenità, umorismo all’italiana e un’immancabile carica di professionalità, Baliani costruisce per Stefano Accorsi una sorta di coinvolgente “programma teatrale”, con tanto di “interruzioni pubblicitarie”, quando uno dei personaggi tenta di abbindolare il pubblico con qualche piuma o olio profumato in vendita, e di “riprese dietro le quinte” che ruotano intorno al cibo e alla cucina. Una rappresentazione che ci trasforma nel pubblico di un grande show, attentamente studiato per apparire così incredibilmente caldo e familiare, e comodamente spontaneo nell’essere così vorace di vita.

Non potendo tenere a freno l’anguillosa sua lingua”

Enrica Pulcinelli