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giovedì 18 aprile 2024

Il servizio civile e la voglia di cento giovani di mettersi in gioco

05-03-2015

A metà febbraio, in una sala del Comune di Firenze in Via Palazzuolo, ha avuto inizio il servizio civile regionale. Novantanove tra ragazzi e ragazze, molto diversi tra loro, mossi dalle più svariate motivazioni, dalla ricerca di denaro alla voglia di entrare nel mondo del lavoro, ma accumunate dallo stesso desiderio, avere la possibilità di crescere ed imparare, hanno preso posto. Gli uni accanto agli altri, sconosciuti che animati da paura, cercavano invano di trovare gli occhi di qualcuno dei presenti. Dopo qualche minuto, mossa dalla necessità di condividere con i compagni impressioni e paure, mi volto verso i miei vicini. E’ così che inizio a capire che in questa marea di persone avrei trovato tutta la forza per andare avanti, per trovare delle risposte; il fondamentale confronto tra noi è l’esperienza più bella che fino a questo momento ho vissuto. Accanto agli interventi previsti dalla formazione infatti, ci muovevamo noi, un piccolo esercito di ragazzi, che mossi dalla voglia di mettersi in gioco, iniziavano a capire quanto questa esperienza potesse essere fondamentale per la crescita umana e professionale di ognuno di noi. Restavano però degli interrogativi: Sarò all’altezza? Durante il mio lavoro cosa dovrò fare? Ancora oggi molte di queste domande non hanno trovato per tutti una risposta ma più che passano i giorni, più credo al mio “#Comunicare Cultura”. Un settore difficile il nostro, fondamentale per una città come Firenze, che da “culla” deve trovare la giusta chiave e la forza per ri-nascere! E… udite udite… tale obiettivo è stato affidato a noi, a me. Ecco che dentro di me iniziano a cantare due voci. L’angelo mi sussurra: “ce la farai, in fondo hai mille idee per la testa, ti manca solo il coraggio di osare, e questa è la giusta occasione per entrare in gioco!”. Il diavolo si ribella: “sei fin troppo giovane, a 26 anni, per credere di riuscire a cambiare qualcosa che è rimasto a lungo immobile, chi credi di essere!”. Le due figure, antitetiche tra loro, con il passare dei giorni stanno iniziando a scomparire; i dubbi, come un gregge inseguito da un lupo, a scappare. Cosa resta? La voglia di collaborare attivamente, di fare qualcosa per Firenze, la città in cui sono nata, e di creare una rete indelebile con quelli che come me, anche se in ambiti diversi, stanno facendo questa splendida esperienza. Ma riusciranno i nostri novantanove eroi a raggiungere i loro obiettivi? Io credo che, per utilizzare le parole di una celebre canzone: Lo scopriremo solo vivendo!

Martina Viviani