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giovedì 18 aprile 2024

Tradizione e sport a Firenze

09-06-2005

Due manifestazioni che riscoprono remote emozioni e antiche tradizioni tra cultura e sport: la "Notturna di San Giovanni" e il "Palio di San Giovanni dei Navicelli". Due classiche del giugno fiorentino vengono legate alle celebrazioni per il Santo Patrono della città e sono organizzate dall’Associazione "I Renaioli" e da "Firenze Marathon", in collaborazione con "Canottieri Firenze" e con l’Assessorato allo Sport e alla Valorizzazione delle tradizioni popolari. Sabato 11 giugno al via il Palio di San Giovanni dei Navicelli: alle 18,30 partirà la regata dei "navicelli"  dal Lungarno Luisa de’ Medici, dal porticciolo antistante "I canottieri Firenze", e come all’epoca, i renaioli cercheranno di sospingersi per l’Arno con stanghe o pertiche lunghe 5 metri mettendo direttamente in contatto l’imbarcazione e il suo movimento con il fondo del fiume, rischiando di non andare avanti se dovessero prendere buche o calcolare diversamente l’altezza del fondale. "Il Palio dei Navicelli costituisce un atto importante di ripresa di una tradizione – aggiunge Eugenio Giani, assessore allo Sport e alle Tradizioni Popolari– e insieme il ricordo di antichi mestieri, come quello dei renaioli dei navicelli, che ci riportano a quella particolare forma di mobilità della barca che non prevede l’utilizzo dei remi, impensabile oggi". Mentre, sabato 18 giugno, torna la classica "Notturna di San Giovanni": dieci chilometri per una delle classiche gare più antiche di Firenze, con un percorso che attraversa il cuore della città. Una serata che unisce lo sport e il piacere di attraversare i luoghi più belli di Firenze: si parte da Piazza San Lorenzo alle 21, si passa per i lungarni fino ad arrivare a Porta Romana, si attraversa l’oltrarno fino a Palazzo Pitti e infine si prosegue in Piazza Santa Croce fino ad arrivare al Duomo, dove è predisposto il traguardo. Due tradizioni popolari riproposte in versione sportiva: oggi hanno un significato di diletto e divertimento con lo scopo di godersi la città che spesso ci sfugge o ci attraversa senza nemmeno apprezzarla.

di Antonio Pirozzi