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venerdì 29 marzo 2024

Il carcere di Moussaoui

04-05-2006
Lo chiamano l'Alcatraz delle Montagne Rocciose, un penitenziario simile ad un bunker con condizioni durissime. Nel primo anno di detenzione il prigioniero rimane 23 ore in isolamento all’interno di una piccola cella. Tutto è in cemento, dal loculo all’arredamento, composto da un letto e un tavolino. Unico svago una piccola tv in bianco e nero che trasmette lezioni. Il cibo arriva attraverso uno sportelletto e la luce filtra da una piccola finestra. A Supermax vengono rinchiusi detenuti di valore. Tra i 400 ospiti Moussaoui (condannato per l'11 settembre) troverà infatti altri compagni dell'avventura qaedista. Qualche nome. Ramzi Youssef, il terrorista che nel 1993 ha attaccato per primo il World Trade Center. Un paio di suoi complici nel complotto. Lo sceicco cieco Omar Abdel Rahman. Richard Reid, l’estremista delle scarpe bomba. Un pugno di criminali coinvolti nelle stragi in Africa (estate 1998). Non mancano neppure i terroristi locali. Dal famigerato Unabomber ai capi di gruppi neonazisti. Per gli psichiatri l'effetto dell'isolamento spinge i prigionieri al letargo. Dormono, stanno ore a guardare il soffitto, perdono la memoria, non riescono a concentrarsi. Perchè sanno che da Supermax non usciranno più.