Amnesty International ha accusato la Cina di essere tra i maggiori e più
irresponsabili paesi esportatori di armi nel mondo. In Sudan, Nepal, Myanmar (ex Birmania) -afferma l'organizzazione umanitaria- sono made in China le armi che hanno contribuito a scatenare conflitti o repressioni sanguinose. Pechino deve bloccare le esportazioni verso regimi o gruppi che violano i diritti umani e comunque dare "trasparenza" al suo commercio militare. La Cina ha già respinto le accuse di Amnesty, sostenendo che le sue esportazioni sono improntate a "stretti controlli" per evitare vendite di armi a clienti che non rispettano i principi etici.