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giovedì 25 aprile 2024

Perché il mondo ha bisogno di tasse globali

07-09-2006

Dove finisce la ricchezza prodotta nel mondo? Perché il benessere globale non aumenta per tutti? Nel 2003 il Fondo monetario internazionale (FMI) identificava oltre 60 paradisi fiscali o centri offshore, molti dei quali appartenenti o sotto la giurisdizione di Paesi europei. Circa la metà del commercio globale passa da questi territori, che non rappresentano che il 3% del PIL mondiale. Si tratta di risorse che vengono "trafugate" dai normali circuiti economici per garantire profitti a pochi. I ricchi diventano più ricchi e i poveri sempre più poveri. Una fra le soluzioni più interessanti a questo problema è quella dell’applicazione di tasse globali, su cui la  Campagna per la Riforma della Banca Mondiale ha presentato a Bari, in occasione del Forum della Campagna Sbilanciamoci! "L'impresa di un'economia diversa" ha presentato un rapporto: "Perché il mondo ha bisogno delle tasse globali", scaricabile dal sito http://www.crbm.org. Antonio Tricarico, portavoce della Crbm, vede le tasse globali come "uno strumento pensato per la ridistribuzione e la giustizia internazionale, per la creazione di una nuova governance globale e per far fronte ad alcune delle più impellenti emergenze del pianeta, in particolare come mezzo per assicurare la tutela, il finanziamento e la rigenerazione dei Beni Pubblici Globali". Il rapporto avanza l'istituzione di una tassa come la Tobin Tax per contrastare la forte volatilità e instabilità dei mercati monetari; una tassa sul mercato dei titoli azionari ed obbligazionari, anche con un interesse base molto contenuto (dell'ordine dello 0,01%); una tassa sui prodotti derivati, come ad esempio sui future, per bloccare la speculazione su questi titoli;  una tassa sugli investimenti diretti esteri che in particolare nel Sud del mondo hanno degli impatti ambientali e sociali fortemente negativi. Tricarico ricorda infine come sia importante "introdurre tasse ambientali sulle emissioni di CO2 e anche sul trasporto aereo, senza dimenticare le tasse sulle transazioni commerciali".

di Duccio Tronci