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giovedì 28 marzo 2024

A Prato un emporio dove fare la spesa gratis

06-08-2007
Il progetto, ideato dalla Caritas diocesana, sarà realizzato a Prato, dove il Comune ha stanziato un finanziamento di 40mila euro. Le famiglie meno abbienti avranno un credito di spesa presso il negozio Un emporio per famiglie in gravi difficoltà economiche, che potranno fare la spesa gratuitamente, in virtù del riconoscimento di un “credito di spesa”. Il negozio sarà realizzato a Prato, dove il Comune ha stanziato un finanziamento di 40mila euro per questo progetto, ideato dalla Caritas diocesana. L’iniziativa è promossa dalla Caritas, con adesione di Provincia, Comune e Fondazione Cassa di Rispazione, e con la collaborazione dell'Unicoop Firenze (Coop Prato), che metterà a disposizione gratuitamente certi tipi di merce e la propria competenza. A ricorrere all’emporio potrebbero essere le 1400 famiglie che sono assistite a Prato dalle varie associazioni, che distribuiscono viveri di prima necessità e buoni spesa. L’operazione sarà coordinata da un “gruppo di valutazione”, composto da incaricati dei Servizi sociali del Comune, da operatori e volontari dei centri d'ascolto della Caritas diocesana e parrocchiali, da volontari della S. Vincenzo de Paoli, da operatori del Centro aiuto alla vita. Il gruppo verificherà, in presenza di una richiesta di aiuti alimentari, i requisiti richiesti per il rilascio del credito di spesa e l'inserimento delle famiglie nel programma. L'emporio curerà l'emissione delle tessere personalizzate su mandato del “gruppo di valutazione”, nonchè l'organizzazione della raccolta, immagazzinamento e distribuzione delle merci. Un sistema informativo integrato garantirà la tracciabilità certa delle merci, mentre la tessera personalizzata permetterà di verificare il credito disponibile (mai il valore sarà sotto una certa soglia), l'ammontare complessivo della spesa e il credito residuo rimasto. Il progetto parte dalla constatazione che la crisi economica generale e del tessile locale, ha prodotto nuove aree disagio, con tante famiglie che si sono avvicinate alla soglia di povertà. A richiedere viveri di prima necessità non sono più, o soltanto, i cosiddetti “disperati”, ma i cosiddetti “working poors”, che tirano avanti con un reddito familiare che non supera i mille euro al mese (sono 3 milioni secondo l'Istat in Italia), quando la spesa media mensile di una famiglia, ad esempio a Prato, è calcolata intorno ai 1026 euro.