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venerdì 29 marzo 2024

Ciclo ''Original Sound'' al Cinecittà cineclub di Firenze

03-04-2013
Mercoledì 3 aprile 2013 appuntamento al CineCittà cineclub di Firenze (via Pisana, 576) con il ciclo "Original Sound": cult movies in lingua originale con un omaggio al regista francese Jean Vigo. Si comincia alle ore 20,45 con la proiezione dello splendido docufilm (solo rumorizzato) d’esordio di Vigo: "A proposito di Nizza" (A propos de Nice) del 1930. Primo film di Vigo, è uno dei documentari più originali e anticonformisti mai fatti: univa una evocazione romantica di una città di mare a una feroce pittura sociale d’ambiente. “Il sarcasmo si accompagnava con la poesia, il ridicolo umano era accostato a un generoso amore della luce. E attraverso la sua visione raffinata e brutale si affermava un acuto senso del cinema” (Carl Vincent). Più che un documentario, è un punto di vista documentato in cui il giovane cineasta applica le teorie del sovietico Dziga Vertov con l’aiuto di suo fratello, il direttore della fotografia Boris Kaufman, per mettere a confronto, e in conflitto, il gioco d’azzardo e il carnevale, i nizzardi e i turisti, i ricchi e i poveri in una scrittura in cui confluiscono spinte anarchiche e suggestioni surrealiste, il sarcasmo e il lirismo. Alle ore 21,10 la proiezione in lingua originale e sottotitoli in inglese del cult: "L’Atalante" con Michel Simon, Dita Parlo, Jean Dasté, Gilles Margaritis. Appena sposati, Jean e Juliette salpano con il battello fluviale di lui, l’Atalante. A bordo il marinaio Père Jules tenta di sedurre la donna, così come farà anche un vagabondo. Fuga di Juliette, disperazione di Jean, ritorno della donna. Ultimo film di Vigo, morto lo stesso anno, in bilico fra realismo e poesia, fra sguardo sociale e avanguardia. Fragile, incerto nella sua dolce linea narrativa, qua e là balbettante, è un film arrischiato e trasgressivo di rottura che punta sulla sdrammatizzazione e il rifiuto dello psicologismo, e mette l’accento su momenti privilegiati, particolari curiosi, figure che appaiono e scompaiono senza logica. Per la sua forza erotica ed eversiva è stato accostato a Rimbaud e al primo Céline. A seguire alle ore 22,45 proiezione della versione doppiata in italiano de: "L’Atalante". C'è una frase che non si ricorda bene Roberto Turigliatto, una frase probabilmente di Truffaut, oppure, chissà, di Godard. Ci piace immaginare che esista questa frase, perché non può esserci rimasta in testa dal nulla, a proposito del fatto... che alla fine dell'Atalante (da cui è tratta, come spero ormai sappiate, la sigla di Fuori Orario) nella scena d'amore finale, dopo il ricongiungimento dei due amanti viaggianti, di questa famiglia nomade, di questa ipotesi di amor fou e insieme matrimoniale, quando i due si appartano (subito prima della fine, per fare l'amore), lì, fuori campo, in quel fuori campo, nasca Antoine Doinel. Antoine Doinel è il protagonista dei Quattrocento Colpi, il primo dilm di Truffaut, Jeanne Pierre Léaud. Ed è colui che poi Truffaut ha ricapitolato in quel film geniale...che è L'Amore Fugge. Ecco, questa fuga d'amore per Truffaut nasce in questo fuori campo dell'Atalante. Questo per dire che il cinema, in qualche modo, nasce sempre fuori campo...Il vortice delle macchine, faticose dure metalliche, dei sollevatori, delle gru che producono energia, che obbliga ad altri sforzi quelle altre macchine che sono gli uomini, che quindi non possono solo nuotare, galleggiare sulle nuvole, amare, credere di potere solo amare, come nell'Atalante. Questo è il dramma dell'Atalante, questo desiderio che ci sarebbe di stare solo su questa chiatta, solo sulla leggerezza dell'acqua, vivere solo in questa dimensione, davvero ultrafilmica. Abbandonata per sempre la Fabbrica Lumière che vediamo tutte le notti, vivere altrove. (E. Ghezzi, Cose mai dette)

Per informazioni: www.cinecittacineclub.org