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giovedì 28 marzo 2024

''Festival dei Popoli'': torna la rassegna internazionale del cinema documentario

23-11-2015
"È il grande racconto dell'immigrazione visto con gli occhi degli 'altri', di quelli che guardano a noi come una promessa di futuro: sono i disperati che sbarcano a Lampedusa, che attraversano a piedi i boschi dell'Ungheria, che aspettano un'occasione abbracciati alle scogliere di Ventimiglia o che vivono nella giungla di Calais, da dove ogni giorno tentano il passaggio sulla Manica per entrare nel Regno Unito".
Tra pochi giorni si aprirà la "56° edizione del Festival dei Popoli", la rassegna che da oltre cinquanta anni si impegna a promuovere e diffondere la cultura del cinema di documentazione sociale in Italia e all'estero. Negli ultimi anni, e in particolar modo dopo gli eventi delle scorse settimane, parole come quelle scritte dal presidente del Festival Mario Pratellesi devono far riflettere: conosciamo davvero i motivi dei tragici eventi che stanno scuotendo l'occidente e il mondo tutto, o ci limitiamo alla mera conoscenza dei fatti? La nuova edizione del Festival internazionale del film documentario ha scelto di "ribellarsi alle parole e alle immagini omologanti", raccontando sotto una nuova luce le storie dei migranti e dei rifugiati che ogni giorno affrontano il viaggio più difficile della loro vita.
Il percorso si intitola Alì nella città. Derive e approdi dei migranti contemporanei, e si compone di 19 film trasversali all'intera programmazione del Festival. L'evento 'principe' di questo focus, in programma domenica 29 novembre all'Odeon, è la "Matinée Senegal", che approfondirà il tema dell'immigrazione nella città di Firenze. Durante la mattinata saranno proiettati due documentari inediti: "Piazza Senegal (Firenze 1990)", montaggio di Malik Nejmi e Roberto Bianchi che celebra la prima lotta condotta da un'organizzazione di lavoratori stranieri immigrati in Italia, e "I morti non sono morti" di Malik Nejmi, film dedicato alla memoria dei due senegalesi uccisi dalla furia di un fanatico razzista nel mercato di Piazza Dalmazia.
Evento collaterale che arricchirà la sezione Alì nella città è l'incontro pubblico, realizzato in collaborazione con Global Governance Program, previsto per mercoledì 2 dicembre allo Spazio Alfieri. Già dal titolo, "Luoghi poco comuni. Per un altro racconto delle migrazioni", appare chiara la chiave di lettura con cui i relatori affronteranno il tema delle migrazioni contemporanee.

Per quanto di fondamentale importanza, la 56° edizione del Festival dei Popoli non parlerà solo di immigrazione: sono diverse le sezioni pensate per mettere ordine nel ricchissimo programma di quest'anno, composto da ben 103 documentari.
È impossibile dedicare il giusto tempo ad ognuno dei film che sarà proiettato durante la sette giorni che sta prendendo il via, quindi proverò a spendere qualche parola per gli eventi assolutamente da non perdere. In primo luogo, un'attenzione particolare va al film che, venerdì 27 novembre, inaugurerà la nuova edizione del festival fiorentino: "Mr. Gaga" di Tomer Heymann, documentario dedicato al celebre danzatore e coreografo israeliano Ohad Naharin.
In linea con questo lato 'leggero' del festival, dedicato a tutte quelle proposte che sicuramente faranno divertire gli spettatori della rassegna, troviamo diverse pellicole da non farsi sfuggire. Innanzitutto "Listen to me Marlon", inedito autoritratto di Marlon Brando realizzato da Stevan Riley. Poi il racconto della vita del 'Re del Soul' curato da Alex Gibney, dal titolo "Mr. Dynamite: the rise of James Brown", e il film concerto "Complimenti per la festa" di Sebastiano Luca Insigna sul gruppo alternative rock Marlene Kuntz. Infine un altro documentario dedicato agli amanti della musica, in particolare di quella elettronica, è "Daft Punk Unchained" di Hervè Martin-Delpierre.
Dall'altro lato, il Festival dei Popoli si pone anche (e soprattutto) come osservatorio della realtà; di conseguenza, non può esimersi dal trattare argomenti più impegnati e di attualità. In questo senso, degni di nota sono "The Black Flag" di Majed Neisi, film che analizza da vicino il conflitto contro l'Isis, e "Pepe Mujica – Lessons from the Flowerbed" di Heidi Specogna, documentario dedicato al presidente più 'povero' del mondo.

In aggiunta agli 'eventi speciali' e ad Alì nella città, altre otto sezioni rendono come ogni anno questo Festival un'occasione di confronto e di crescita collettiva, iniziando con il Concorso internazionale che ha selezionato 21 documentari – tra corti, medi e lungometraggi – inediti in Italia. Poi Panorama, la sezione tutta italiana che presenta otto lungometraggi inediti, e ACID, l'associazione di registi che in collaborazione con l'Institut francais Firenze presenta una selezione appositamente studiata per il Festival dei Popoli. Ancora, i due appuntamenti fissi della rassegna: quello con I Mestieri di Cinema, che quest'anno rende omaggio al celebre direttore della fotografia Wojciech Staron, e quello con la retrospettiva Immagini del verbo amare dedicata alla riflessiva autrice peruviana Mary Jiménez. Sempre all'Odeon verranno presentati i documentari prodotti da De Correspondent, piattaforma olandese di giornalismo online, e quelli che invece si rifanno ai grandi generi classici inseriti nella sezione Sui Generis.
Ultimo, ma non per importanza, ricordiamo che un gran numero di altri eventi animeranno questa settimana dedicata alla voce del documentario. Grazie alla collaborazione dei principali centri culturali di Firenze (come il Museo Novecento, il Cinema Stensen, il Teatro Puccini e le Murate), in aggiunta al grande protagonista del Festival, il Cinema Odeon, questa 56° edizione del Festival dei Popoli, e in generale tutta la 50 Giorni di Cinema Internazionale, gioca un ruolo fondamentale nel processo di creazione di nuove sinergie tra i distretti culturali fiorentini.

Per il programma completo e maggiori informazioni: www.festivaldeipopoli.org 

di Elettra Rizzotti