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sabato 20 aprile 2024

''Stendhal: sulla via del romanzo'' alla Biblioteca delle Oblate di Firenze

29-08-2013
Giovedi 29 agosto 2013, alle ore 18.00, la Biblioteca delle Oblate di Firenze propone il secondo appuntamento della rassegna dedicata alla vita dello scrittore francese, "Stendhal: sulla via del romanzo". Dopo un esordio con biografie di Haydn e Metastasio composte a Parigi, Stendhal torna nel 1815 a Milano. Ripresi i suoi appunti e mantenuti i contatti con l'amico Crozet, che faceva l'ingegnere a Plancy ma si assumeva anche la funzione di suo agente letterario, per un anno Henri lavorò alla sua Histoire de la peinture, che terminò nel febbraio del 1817 a Napoli, non andando volontariamente oltre la trattazione della scuola fiorentina. Il libro apparve il 2 agosto, a firma di M.B.A.A. – Monsieur Beyle Ancien Auditeur – per i tipi dell'editore parigino Didot. Il mese dopo, il 13 settembre, usciva anche Rome, Florence et Naples, en 1817, sotto il nom de plume di «Monsieur de Stendhal, Officier de Cavalerie». Nel frattempo però, con il nome di Louis-Alexandre-César Bombet, uscirono le "Lettres écrites de Vienne en Autriche sur le célèbre compositeur J. Haydn, suivies d’une Vie et de considérations sur Métastase et l’état présent de la musique en France et en Italie" (1815), subito accusato di plagio dal musicologo italiano Giuseppe Carpani e difeso dal Crozet, improvvisatosi fratello di Bombet. Durante un breve viaggio tra aprile e giugno a Grenoble, fatto per questioni economiche legate alla famiglia (tra l'altro Pauline è rimasta vedova e povera, e Zénaïde, l'altra sorella, si è sposata portando con sé una grande dote), ci fu un'insurrezione e il padre, divenuto sindaco, nonostante non mancasse di reagire con dura repressione, venne accusato di debolezza. Stendhal, sempre pieno di debiti e in rotta con lui, lasciò il paese natale deciso a "diventare" italiano.
Tornato a Milano, un giovane avvocato piemontese, Carlo Guasco, lo presentò nel luglio del 1816 a Ludovico di Breme, che lo introdusse nel circolo degli intellettuali romantici e, in varia misura, liberali, che si intorno a lui si raccoglievano, il Pellico, il Berchet, Pietro Borsieri, oltre a lord Henry Brougham (1778-1868), che gli fece conoscere la Edinburg Review, una delle riviste britanniche la cui modernità e indipendenza di giudizio erano sconosciute nel resto dell'Europa, attraverso la quale conobbe alcune delle opere di Byron. E conobbe in ottobre lo stesso celebre poeta, un dandy circondato da un'aura di scandalo, espressione vivente, per Stendhal, del Romanticismo: fu un incontro piacevole, durante il quale Byron si mostrò molto interessato alle avventure "napoleoniche" di Stendhal.

Per informazioni: www.bibliotecadelleoblate.comune.fi.it

M.M.