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sabato 20 aprile 2024

''La pentola d'ora'' di Plauto. I Guitti sul palco dell'ObiHall

22-05-2014
Giovedì 22 maggio 2014, alle ore 16.00 ed alle 21.00, presso l'ObiHall di Firenze sarà in scena "La pentola d'ora" di Plauto una produzione a cura de La Pantheon. Regia Luca Micheletti. Portata in scena dalla Compagnia teatrale I Guitti.
È la commedia più famosa del grande commediografo latino, indiscusso capolavoro del teatro classico, tra i più imitati nel corso dei secoli.
Protagonista è il vecchio Euclione, avaro e misantropo, che, scavando nella sua abitazione, rinviene una pentola colma d’oro, e da quel momento è terrorizzato che gli venga rubata; per scongiurare tale pericolo, egli «si logora la salute e il cervello», sospettando dei servi e di chiunque si avvicini alla sua casa.
Quando l’attempato vicino Megadoro si dimostra disposto a sposare la giovane figlia di Euclione (Fedria) anche senza dote, l’avaro accetta, ma comincia presto a sospettare che la richiesta di matrimonio abbia per fine il progetto di sottrargli la pentola. Mentre i cuochi inviati dal futuro sposo, e impegnati nei preparativi per le nozze, entrano ed escono dalla sua porta carichi di vivande, diventano per lui ladri potenziali, i cui movimenti gli sembrano furtivi e scaltri.
Fra accessi d’ira e di sconforto, egli decide allora di spostare la pentola e di seppellirla nel santuario della Buona Fede. La serva Stàfila fa sapere, nel frattempo, che queste nozze sono assai difficili da farsi, poiché Fedria è incinta del giovane Liconide, nipote dello stesso Megadoro: confessando allo zio di aver giaciuto con la ragazza, ottenebrato dai fumi dell’alcol, Liconide ottiene che egli rinunci al matrimonio: Liconide stesso è intenzionato a chiedere la mano di Fedria.
Strobilo, un servo di Liconide, che aveva visto Euclione sotterrare il tesoro, decide di rubarlo e il vecchio avaro allora esplode in una comicissima disperazione: tutto il mondo è ladro!
L’ossessione dell’avarizia è l’occasione, per Plauto, d’indagare le risibili debolezze degli esseri umani. Ma, alla fine, il caos si ricompone, e anche Euclione s’accorge che il denaro, da solo, non fa la felicità.
Per ulteriori informazioni: www.obihall.it