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giovedì 25 aprile 2024

L'arte contemporanea entra a Careggi

21-04-2010
L’arte contemporanea entra a Careggi. Firenze si prepara a sperimentare un progetto che vedrà artisti in azione dentro i luoghi dell’ospedale, per realizzare le loro creazioni a diretto contatto con pazienti, medici, operatori. L’iniziativa, attuata negli ultimi dieci anni in 70 ospedali europei e internazionali dall’associazione francese “Art dans la Cité”, viene portata ora a Careggi dal Centro di Medical Humanities della Facoltà di Medicina dell’Università di Firenze. Giovedì 22 aprile il primo appuntamento: saranno a Firenze Rachel Even e Olivier Galaverna, rispettivamente direttore artistico e direttore scientifico di Art dans la Cité. Nella mattinata, visiteranno gli ambienti dell’ospedale e nel pomeriggio (ore 16.30, Aula Magna, Presidenza della Facoltà di Medicina, viale Morgagni 85) illustreranno progetto e attività, fra cui il festival europeo delle arti visive in ospedale. Partecipano all’incontro Cristina Acidini, Elisabetta Cianfanelli, Antonio Panti, Daniela Sorana, Filippo Terzaghi. L’obiettivo del progetto è creare un ambiente più vivibile e a misura d’uomo, stimolare la partecipazione dei malati – soprattutto dei più giovani - per aiutarli a superare lo stress e il disorientamento dell’ospedalizzazione. Gli artisti non si limiteranno ad esporre le loro opere, ma le realizzeranno proprio dentro i luoghi di cura, cercando il coinvolgimento dei pazienti. Tra i nomi degli autori che hanno creato un’opera originale in ospedali europei ci sono quelli di Kader Attia, Jota Castro, Marc Couturier, Michael Fliri, Clemens Hollerer, Szilard Miklos, Denes Miklosi, Sylvain Soussan, Graham Stevens, Tomaz Tomazin. Il progetto è stato presentato oggi dal Direttore del Centro di Medical Humanities Donatella Lippi, dal Direttore generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Careggi Edoardo Majno e dal Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia Gian Franco Gensini. “La storia della medicina insegna come il rapporto tra arte e ospedale vada al di là della decorazione e della propaganda – ha detto Donatella Lippi - Recenti evidenze scientifiche confermano come il contesto di cura abbia una precisa influenza sull’improvement della terapia. Nell’ospedale altamente tecnologizzato di oggi, vissuto come un mondo a sè stante, il paziente è disorientato: l’arte può vincere questa separazione attraverso il dialogo e il confronto con la condizione umana. In questa prospettiva, diventano fondamentali le Medical Humanities”. “Questa rappresenta un’importante opportunità di presentare al più alto livello l'Arteterapia, una delle medicine complementari che, in altre forme, è già presente nella nostra Azienda Ospedaliero-Universitaria, e che abbiamo in programma di espandere” ha aggiunto Gian Franco Gensini.