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giovedì 18 aprile 2024

La psicologia fiorentina fra antifascismo, persecuzione razziale ed esilio

25-10-2010
Le vicende della psicologia fiorentina, all’avanguardia all’inizio del ‘900 e poi sotto attacco nel periodo fascista, le epurazioni politiche, le discriminazioni razziali, le storie di docenti e studenti in fuga. Di questo parla la mostra documentaria “Per scelta e per forza. La psicologia fiorentina fra antifascismo, persecuzione razziale ed esilio”, curata da Patrizia Guarnieri e organizzata dal Dipartimento e dalla Biblioteca di Psicologia dell’Università di Firenze nell'area di San Salvi, ex padiglione 26, in programma dal 25 ottobre al 25 novembre. “Nella storia della psicologia italiana – spiega Patrizia Guarnieri, associato di Storia contemporanea presso l’Ateneo - Firenze riveste grande importanza: qui, infatti, nel 1903 presso il Regio Istituto di Studi Superiori, antenato dell’Ateneo fiorentino, nasce, sotto la guida di Francesco De Sarlo, il Laboratorio di Psicologia Sperimentale, il primo e il più importante centro italiano dedicato alla ricerca sperimentale. In seguito – prosegue Guarnieri - la psicologia fu forse la maggiore ‘vittima del connubio idealistico-fascista’, come avrebbe riconosciuto Alberto Marzi che assunse la direzione dell'Istituto fiorentino dal 1939. In particolare venne colpita proprio la scuola formatasi intorno a De Sarlo e a Bonaventura”. Antifascista dichiarato, difensore della cultura scientifica e della psicologia contro la riforma Gentile, nel 1924 De Sarlo lasciò la direzione a Enzo Bonaventura. Nel ’38, come Ludovico Limentani, altro antifascista e sostenitore della psicologia scientifica, Bonaventura fu tra i docenti espulsi in quanto ebrei, e si rifugiò in Palestina. All'estero furono costretti ad emigrare anche tanti giovani studiosi. L’esposizione - ricca di libri, foto, documenti di archivio - attinge soprattutto al patrimonio della Biblioteca Umanistica e dell’Archivio Storico dell’Università di Firenze, in particolare al Fondo De Sarlo, acquisito dall’ateneo nel 1939, e al fondo storico delle tesi della Scuola Magistrale Ortofrenica, attivata nell’Istituto di Psicologia a metà degli anni Venti, seconda in Italia. Sono esposti anche strumenti del Laboratorio sperimentale di Psicologia; contributi alla documentazione provengono da prestigiosi fondi pubblici e privati. La mostra fa parte dell’iniziativa nazionale “Ottobre, piovono libri” promossa dal Ministero per i Beni e le attività culturali e sostenuta dalla Regione Toscana. Martedì 26 ottobre, sempre presso il Dipartimento di Psicologia a San Salvi (Sala Chiarugi), conferenza di un testimone d’eccezione, il giudice Guido Calabresi, professore emerito della Yale University, costretto ad emigrare a 7 anni insieme ai genitori ebrei e antifascisti, e alla zia, Renata Calabresi (1899-1995), brillante studiosa di psicologia sperimentale e militante di Non Mollare a Firenze, poi psicologa clinica a New York. L’incontro “Sul filo della memoria: Renata e Massimo Calabresi dall’antifascismo all’esilio politico e razziale” sarà introdotto dai saluti del rettore dell’ateneo Alberto Tesi, dalla direttrice del Dipartimento di Psicologia Maria Pia Viggiano e dalla direttrice della Biblioteca Umanistica Floriana Tagliabue.