"Senza cattedra. L'Istituto di Psicologia dell'Università di Firenze tra idealismo e fascismo" è il titolo del volume di Patrizia Guarnieri (Edizioni Firenze University press) che sarà presentato domani martedì 14 maggio (ore 16,30 - Aula magna del Rettorato - piazza San Marco 4). L’incontro si aprirà con i saluti del rettore Alberto Tesi e della presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana Sandra Vannoni, cui seguirà l’introduzione di Andrea Smorti, ordinario di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione. Con l’autrice, docente di Storia culturale e sociale, interverranno anche Joseph Levi, rabbino capo della Comunità ebraica di Firenze, Marco Palla, ordinario di Storia contemporanea e Giovanni Guerra, associato di Psicologia generale. Il libro si concentra sul primo e prestigioso Istituto di Psicologia italiano, voluto a Firenze da Pasquale Villari, e sugli avvicendamenti traumatici, culminati con le leggi antiebraiche del 1938, di tre generazioni di docenti a partire dal 1903. Come si stabiliva il profilo degli aspiranti professori universitari di una disciplina nuova e controversa, qual era la psicologia scientifica all'inizio del Novecento? Chi erano i valutatori quando i cattedratici del settore non esistevano ancora o non erano sufficienti? Quanto incisero gli orientamenti culturali e politici egemoni - l'ostracismo di Croce e di Gentile - sulla qualità della disciplina, sulle sorti di singoli studiosi e studiose e sugli svariati meccanismi del reclutamento e delle carriere accademiche? Il volume compie un viaggio nella storia di questioni di forte attualità, attraverso fonti archivistiche istituzionali e private.