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giovedì 18 aprile 2024

Inaugurazione dell'Anno Accademico 2013-14 dell'Università di Firenze

15-11-2013

Salone dei Cinquecento gremito per l’inaugurazione dell’anno accademico 2013-14 dell’Università di Firenze. Tra i presenti, il sindaco Matteo Renzi, Sergio Givone, Assessore alla Cultura del Comune e docente di Estetica, Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana e il rettore Alberto Tesi, affiancato dai ventiquattro direttori di dipartimento. Novità importante, quest’ultima, visto che in passato c’erano i dodici presidi di Facoltà.

E’ stato proprio il primo cittadino a fare gli onori di casa con un discorso nel quale ha evidenziato l’importanza della ricerca e della cultura: “Viviamo un tempo nel quale l’aridità sembra segnare la discussione politica, sociale, anche culturale in alcuni casi. Si discute solo in termini di spread economico. Invece dobbiamo investire in cultura ed educazione, con emozione e passione. Ci vuole pathos, parola che richiama la passione e la pazienza. Pazienza di cui c’è un gran bisogno dentro l’Università, ma anche un pizzico di sana follia, perché pathos richiama comunque la pazzia. Pensare che al giorno d’oggi si esca dalla crisi investendo su educazione, cultura, ricerca ed università può sembrare un elemento di pazzia, ma a mio giudizio è l’unica strada per uscire dalla fase di difficoltà che viviamo”.

Alberto Tesi, da poco nominato segretario generale della Conferenza dei Rettori Italiani (CRUI), si è concentrato sulla situazione del sistema universitario italiano. La legge di riforma 240 del 2010 (“Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario”) ha introdotto la valutazione della ricerca per premiare il merito, però “il taglio del Fondo di Finanziamento Ordinario dell’Università per il 2013, pari quasi a 400 milioni, il 4,5% in meno rispetto al 2012, impedirà di destinare alcunché a chi si è comportato meglio. Le università hanno la sensazione di essere lasciate in stato di incertezza e abbandono. La politica deve liberarsi una volta per tutte dal vero vizio di fondo di considerare le risorse per l’Università come spese e non come un fondamentale investimento, in analogia a quanto avviene negli altri Paesi”.  Per quanto riguarda l’Università di Firenze, ha sottolineato il rettore, “oggi il nostro principale obiettivo è quello di operare per rinvigorire l’Ateneo con l’ingresso di brillanti ricercatori e professori che siano in grado di promuovere ricerche e didattica di qualità e abbiano anche alle spalle un Ateneo sano dal punto di vista finanziario, in grado di sostenerli nei processi di internazionalizzazione”. Infine, un appello: “Dobbiamo fermare l’emorragia di giovani che si formano in Italia e poi vanno all’estero, soprattutto nelle aree a forte innovazione e sviluppo: questo costante impoverimento culturale, economico e sociale avrà ripercussioni drammatiche sul futuro del nostro paese se non si interverrà con urgenza e atti concreti”.

Ha concluso la cerimonia Sergio Givone con una prolusione dal titolo “Università e Città”. Il professore ha ricordato che l’università è “un centro che è ovunque perché non c’è luogo al mondo che non ospiti o non possa ospitare studiosi e docenti il cui lavoro è orientato a quella conoscenza che è espressione di ciò che chiamiamo università. Ma anche un centro che è sempre da qualche parte, perché non c’è università che non abbia la sua radice in un luogo, in una città. Il nostro luogo è questo. La nostra città è Firenze. E quindi un impegno reciproco, un vero e proprio patto lega non solo i ricercatori fra loro, ma lega l’università di Firenze e la città di Firenze. Finché l’università di Firenze sarà fedele alla città di Firenze, potranno anche venire tempi difficili, ma l’università avrà un futuro. Finché la città di Firenze sarà fedele all’università di Firenze, magari altre crisi, altra povertà, altra decadenza seguiranno, ma Firenze non avrà perduto l’anima”.

di Stefano Niccoli