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sabato 20 aprile 2024

Rinnovo della partnership tra CHOP e Meyer a Palazzo Vecchio

04-04-2014

CHOP e Meyer: l'amicizia continua. Suona quasi come il titolo di un cartone animato, con due protagonisti dal nome leggero come un tintinnio, simpatico, che incanta la memoria. Eppure si tratta di un legame così complesso tra due realtà straordinarie, unite da una sofisticata collaborazione scientifica. Un'unione solida che funziona felicemente dal 1964 e che i due "coniugi", l'Ospedale Pediatrico di Philadelphia e l'Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer di Firenze, decidono di rinnovare Venerdì 4 Aprile a Palazzo Vecchio. Un celebre appuntamento reso ancor più prestigioso dalla raffinata atmosfera del Salone dei Cinquecento; luogo che custodisce l'evento di un'istituzione ormai "membro della grande famiglia fiorentina", dichiara affettuosamente il Vicesindaco del Comune di Firenze Dario Nardella. Il saluto istituzionale fa da riconoscente preambolo ad un meeting gioioso, una celebrazione aperta all'intera città e salutata da tutta la Toscana attraverso le parole di Luigi Marroni, Assessore al Diritto alla Salute Regione Toscana, che ha sottolineato l'inevitabile parallelismo tra assistenza sanitaria e livello di civiltà di un paese, nonchè il necessario impegno su tutti quegli investimenti che crediamo non poterci permettere, ma che forgiano l'essenza del nostro futuro. Si consolida così un gemellaggio frutto di una sincera amicizia, di un capitale di affetto e complicità storico, vero e profondo, saldato dalla volontà di scambio, di condivisione di metodi, idee e principi scientifici. Dalla volontà di imparare gli uni dagli altri in vista di una grande sfida: l'assistenza ai piccoli pazienti. Pilastro di questo accordo è l'intenso valore di globalità della città di Firenze, non a caso dimora di numerose università americane e sede del consolato statunitense. "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi" dichiara Steven Altschuler, Direttore Generale del CHOP, e attraverso le parole di Tomasi di Lampedusa "ci fa ricordare perchè alcuni problemi italiani sono tali", continua Tommaso Langiano, Direttore Generale del Meyer, aggiungendo che "il rinnovo di un patto è molto più importante del suo inizio perchè racchiude la consapevolezza di un'esperienza positiva". Impossibile persino in questa sede schiarire le zone d'ombra che offuscano il settore sanitario: il problema dei mezzi prima di tutto, nel momento in cui si richiede una qualità superiore alle risorse fornite. Una scommessa difficile e rischiosa, forse troppo quando la posta in gioco è tanto amata quanto lo sono i bambini. Ancora più oscuro l'originale paradosso che affligge il nostro paese, in cui molto spesso è il mercato a dettare le priorità di una ricerca che per definizione non può essere competitiva. Incantevole e suggestivo il regalo offerto da Cristina Acidini, Soprintendente per il Polo Museale di Firenze; un excursus iconografico sulla madre nell'arte che districa il filo conduttore della maternità, del rapporto madre-figlio e dell'infanzia stessa. Un rapporto intimo e segreto, ripetutamente tradotto dall'arte sacra in molteplici sfumature, dalla sicurezza dell' "Annunciazione" di Giotto alla sottomessa serenità di quella del Beato Angelico, dalla tenerezza della "Madonna in adorazione" del Correggio alla scherzosa "Madonna Casini" (detta del solletico) di Masaccio; un'umanità deliziosa ed una dolcezza soave improvvisamente marchiate dalla più grande ferita: la morte di un figlio, scolpita da Michelangelo nella "Pietà". Una realtà che l'Ospedale Pediatrico Meyer conosce bene, ma che cerca di affrontare con strategie a misura di bambino: la luce che tinge l'interno della struttura dalle grandi vetrate, l'immensa hall serra scherzosamente chiamata "la pancia della balena" per il suo particolare soffitto, la disponibilità di un letto per la madre accanto al proprio bambino, i camici colorati e giocosi dei medici. Una struttura che con i numerosi servizi offerti e con i suoi valori fa pensare che anche se non siamo più disposti a fidarci della giustizia, della ricerca o delle istituzioni, possiamo semplicemente credere nelle persone e nella loro volontà di fare del bene.

"Curare a volte, alleviare spesso, confortare sempre" Edward Trudeau

Per informazioni: www.meyer.it

di Enrica Pulcinelli