La primavera è
in ritardo, almeno quella meteorologica. "I
più sensibili alle variazioni climatiche sono gli animali" spiega il bioclimatologo del Cnr,
Giampiero Maracchi, direttore dell'Istituto Ibimet di Firenze.
La media del ritardo è di circa un mese, un mese e mezzo nel caso di gatti e merli.
La causa, secondo l'esperto del Cnr,
è dell'afflusso sul Polo di aria fredda che scende verso Sud e delle correnti a getto a 12 km di quota, che possono raggiungere anche 200 km di velocità, che determinano basse temperature nel Mediterraneo e nel Nord Europa.