Ortica, ginestra, canapa e lino made in Italy per abiti a prova effetto serra. Questa
la nuova frontiera aperta nel settore tessile cui stanno lavorando i ricercatori del Cnr di Firenze in collaborazione con il distretto di Prato. Insomma,
confezioni figlie del cambiamento climatico
che nascono per eliminare il carico di emissioni dovute ai trasporti ma anche per far bene alla salute in termini di allergie e adattamenti del corpo al nuovo clima. "Nel mondo - ha detto il direttore dell'Ibimet del Cnr di Firenze, il bioclimatologo Giampiero Maracchi - c'é la necessità di abbattere i trasporti. Quindi dobbiamo anche pensare alla possibilità di realizzare coltivazioni locali in grado di combattere i gas serra".
Nasce così il progetto "abbigliamento a chilometro zero" dell'Ibimet e del distretto tessile di Prato. Due ettari di campi coltivati "al naturale" recuperando tessuti dal passato.