Città di Firenze
Home > Webzine > Violenza nel calcio, prosegue l’impegno della Regione
giovedì 18 aprile 2024

Violenza nel calcio, prosegue l’impegno della Regione

27-08-2007
Nella stagione corsi per steward, lavori nelle scuole e famiglie allo stadio . L'avvio di percorsi di formazione per gli steward impegnati negli stadi, lo studio di iniziative, da promuovere assieme alle società e agli enti locali, per una maggiore presenza delle famiglie nelle partite di campionato, l'inserimento di una corretta cultura dello sport nella sperimentazione del modulo didattico sulla legalità che quest'anno sarà attivato per la prima volta in diverse scuole toscane. E poi, ancora, la rilevazione, valorizzazione e ulteriore diffusione di tutte le 'buone pratiche' già avviate sul terreno dell'educazione ai valori dello sport, che potrebbero confluire in un archivio nazionale che la Toscana si candiderà a ospitare, magari con l'istituzione di un premio annuale. Sono queste alcune delle iniziative e delle proposte su cui il governo regionale, nell'ambito delle sue competenze, intende lavorare nel corso della stagione sportiva 2007-2008, proseguendo un percorso imboccato con decisione lo scorso gennaio, con il convegno nazionale al Centro tecnico federale di Coverciano che, organizzato assieme all'Ussi (Unione stampa sportiva italiana), mise a confronto intorno al tema della prevenzione della violenza negli stadi istituzioni, forze dell'ordine, società e stampa sportiva. «Gli stessi soggetti con cui intendiamo proseguire la collaborazione per riuscire a voltare pagina una volta per tutte – spiega il vicepresidente Federico Gelli, che nell'ambito del governo regionale ha anche le deleghe alle politiche per la sicurezza – Veniamo da una stagione tragica, segnata da lutti e gravissimi episodi di violenza, e anche questa stagione, basti pensare alla vigilia di Genoa-Milan, non si annuncia nel modo migliore. Però sono convinto che la risposta non possa risiedere nella militarizzazione degli stadi, che possiamo fare molto per prevenire e alimentare una diversa cultura dello sport, dove il calcio torni a essere davvero una grande festa popolare. E già portare le famiglie allo stadio aiuterà molto, perché le statistiche dimostrano che dove ci sono donne e bambini le intemperanze diminuiscono».