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mercoledì 24 aprile 2024

Manifestazioni in Italia ed a Firenze contro la guerra in Iraq

11-01-2003
Oltre 20.000 persone, 10.000 per la Questura, hanno sfilato sabato 22 marzo per le strade di Firenze per dire no alla guerra. Il corteo ha chiuso i lavori del 1° Forum mondiale alternativo sull'acqua dal quale è venuto un nuovo messaggio di pace affidato alle parole di Ali Rashid, rappresentante palestinese in Italia, e di padre Alex Zanotelli. I delegati del Forum si sono uniti ai manifestanti, accompagnati dai cittadini statunitensi e britannici, che hanno manifestato davanti ai rispettivi consolati. "Firenze città aperta ripudia la guerra", questo lo striscione che ha aperto la manifestazione: Il corteo si è sciolto in piazza S. Spirtio dopo un breve comizio degli organizzatori. Fuori programma del Movimento Antagonista Toscano, accompagnato da Cobas e rappresentanze sindacali di base che hanno abbandonato il corteo principale per dirigersi verso il consolato statunitense: perchè, come hanno spiegato i manifestanti, non esistono zone off-limits per manifestare a favore della pace. E le iniziative contro la guerra non si fermano: lunedì 24 marzo è prevista un nuova riunione del comitato fiorentino "Fermiamo la Guerra" per decidere le nuove mobilitazioni.

Presidio sabato 22 davanti al Consolato USA a Firenze

Anche il presidente della commissione per la pace e la solidarietà internazionale Lorenzo Marzullo ha partecipato, dalle 17 alle 19 di sabato 22 marzo, al presidio contro la guerra che si è tenuto davanti al consolato Usa e che è stato organizzato da un gruppo di cittadini statunitensi che abitano a Firenze. "Centinaia di migliaia di persone - ha detto Marzullo - hanno manifestato, il 15 febbraio scorso, in più di 150 città degli Usa, contro la guerra. Un mese più tardi hanno manifestato a Washington, Los Angeles, San Francisco ed altre città americane. Più di 100 consigli comunali, inclusi quelli di grandi città come New York, Chicago, Los Angeles e Filadelfia, hanno approvato risoluzioni di condanna della guerra. Tutte le principali confessioni religiose negli Usa si sono espresse contro questa guerra illegale. Sindacalisti e consigli sindacali di oltre 400 organizzazioni, in rappresentanza di oltre 4 milioni e mezzo di lavoratori statunitensi hanno condannato questo conflitto. Questo movimento così grande - ha concluso il presidente della commissione pace - dimostra che il popolo statunitense è ben più saggio dei suoi attuali governanti".

Manifestazioni in tutta Italia contro la guerra: la pace in piazza

La voglia di pace invade le piazze in tutta Italia. Operai, studenti, semplici cittadini hanno partecipato a manifestazioni contro la guerra appena scoppiata in Iraq. Sono decine di migliaia, hanno bloccato pacificamente le stazioni, sfilato in corteo nelle strade cittadine, "occupato" i centri storici. Milano. Tantissimi i lavoratori milanesi (150mila) che hanno raccolto l'invito di Cgil, Cisl e Uil per una mobilitazione immediata sfilando per le vie del centro. Alla testa del corteo l'ex leader della Cgil Sergio Cofferati. In piazza anche più di tremila studenti, che guidati dai Disobbedienti hanno sfilato da Largo Cairoli fino a Piazza Fontana. Bloccata dai manifestanti la stazione Centrale per circa un'ora. Intanto a Bergamo numerosi manifestanti hanno invaso il rondò del casello di Bergamo sull'autostrada A4 Milano-Venezia, in direzione del centro città. Torino. In 20 mila sono partiti dalle scuole del capoluogo piemontese per raggiungere piazza Arbarello, tantissimi pacifisti anche in piazza Castello. Ventimila. E' stata anche occupata la stazione di Porta Nuova: traffico ferroviario bloccato. Genova. Centro della città invaso dai manifestanti, quarantamila secondo i sindacati. Tra questi moltissimi studenti. Traffico paralizzato per i vari concentramenti e cortei. I cortei sono confluiti nella in piazza De Ferrari, il cuore della città, per la manifestazione conclusiva. Firenze. Scuole occupate, piazze piene di ragazzi, con concentramenti in varie zone della città: da piazza San Marco a piazza della Libertà fino a piazza Beccaria. Manifestazioni anche nelle zone periferiche. Anche nel capoluogo toscano i manifestanti hanno bloccato per circa un'ora la stazione principale della città, S. Maria Novella impedendo l'arrivo e la partenza dei treni. 30.000 persone hanno manifestato al mattino, mentre un corteo di 80.000 ha sfilato nel pomeriggio. Tutte le campane delle chiese di Firenze e della diocesi hanno suonato giovedì sera 20 marzo per invitare i fedeli a digiunare e a radunarsi in preghiera. Venezia. Centinaia di lavoratori del Porto di Marghera hanno occupato il molo per manifestare contro la guerra. Gli operai si sono radunati nell'area commerciale, carica della polizia e lancio di fumogeni contro i pacifisti che stavano assediando il consolato inglese a Venezia. I manifestanti avevano gettato secchi di vernice rossa verso il consolato, investendo i poliziotti. Roma.Un veloce passa parola ha richiamato gli studenti in Piazza Barberini, a pochi passi da Via Veneto e dall'ambasciata americana. I manifestanti sono rimasti nella piazza, controllati dalla forze dell'ordine. Bloccate le lezioni all'università di Roma La Sapienza, da dove è partito un corteo. Bloccato il traffico ferroviario in transito dalla stazione Tiburtina e verso le 13 gli studenti universitari hanno occupato i binari della stazione Termini. Il Sindaco di Roma, Walter Veltroni, è sceso in Piazza del Campidoglio tra i pacifisti, accolto da un applauso. Bologna. In piazza Verdi centinaia di bandiere della pace. Piazza piena di studenti, migliaia, con stendardi e striscioni. Circa 400 no global e Disobbedienti hanno poi occupato i primi binari della stazione centrale e hanno srotolato uno striscione con la scritta "Rivolta globale contro la guerra". Hanno fermato un treno diretto verso sud, riuscendo a tracciare la scritta "No war" sui vagoni, e un treno diretto a nord, sul quale hanno scritto "Trasporti di guerra". Napoli. Un gruppo di giovani appartenenti alla rete Studenti in movimento ha occupato gli uffici dell'assessore alle Pari opportunità e all'Istruzione, Angela Cortese, per protestare contro la guerra. L'occupazione è durata un'ora, poi è partito il corteo. Sit-in di studenti, circa 400, anche davanti al comando Nato di Bagnoli. Savona. Almeno duemila persone tra studenti, attivisti della sinistra e dell' area cattolica, no-global ed anche cittadini comuni si sono uniti in corteo per marciare nelle strade della città. Alla testa del corteo anche il primo cittadino Carlo Ruggeri e il vescovo Domenico Calcagno.

Sciopero generale proclamato dai sindacati confederali contro la guerra

Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato e messo in atto giovedì 20 marzo due ore di sciopero generale, dalle 15 alle 17. "Quello che temevamo è cominciato -, ha detto il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani - una guerra inutile, sbagliata, senza ragione e senza copertura dell'Onu, che produrrà morti innocenti ed è destinata a cambiare molte cose nell'ordine mondiale". La Cgil, il sindacato italiano e quello europeo, ha aggiunto Epifani, "alzano ancora più forte la voce contro questa avventura insensata e contro la logica di potenza che vi è dietro". A Milano si sono fermate tutte le fabbriche storiche del settore metalmeccanico e di quello chimico e dai bastioni di Porta Venezia partirà un corteo verso piazza Duomo. A Torino fermata immediata a Mirafiori, alla Pininfarina, all'Iveco, alla Teksid, all'Olivetti Tecnost e alla Skf. Sciopero anche al Comune di Torino e, nel resto del Piemonte, alla Michelin e alla Pirelli di Settimo Torinese. In Liguria fermata di 24 ore al porto di Genova e a quello di Savona, sciopero anche all'Ansaldo e alla Fincantieri di Sesto. A Reggio Emilia hanno aderito, tra le altre, la Lamborghini e la Marcegaglia, mentre a Venezia, oltre ai cantieri navali e al Petrolchimico, si sono fermati anche tutti i grandi alberghi della città. Cantieri navali fermi anche a Monfalcone. Significativa la risposta della Toscana: a Firenze, i lavoratori di Galileo, Nuovo Pignone e Matix hanno messo in atto fermate di mezz'ora a rotazione, mentre si sono bloccate Manetti, Richard Ginori e Menarini. A Pisa Pistoia e Prato, grandi adesioni alle fermate. In Calabria il Senato accademico dell'Università si è astenuto dalle lezioni. In Campania blocco immediato all'Alfa Sud e alla Cirio, mentre sciopero anche delle sedi dell'Enel.

Iraq: in 80mila sfilano a Firenze per la pace

80mila per gli organizzatori, 50mila per la questura. Questi i numeri ufficiali della manifestazione per la pace indetta da Cgil Cils e Uil a Firenze. Il corteo che nel pomeriggio giovedì 20 marzo ha attraversato i viali della città, per giungere in piazza S.Croce ha visto la partecipazione di studenti, operai, bambini, giovani e anziani: tutti uniti nello sventolio delle bandiere arcobaleno della pace. Dal Comitato dei cittadini statunitensi ai Gonfaloni dei comuni toscani a Emergency al Laboratorio per la democrazia, i manifestanti hanno sfilato per la città a conclusione di una giornata di mobilitazione. Fin dal mattino si sono prodotti cortei spontanei per la città mentre nelle fabbriche gli operai aderivano allo sciopero generale proclamato dai sindacati: un'adesione che ha toccato l'80% per Galileo e Nuovo Pignone. In piazza S.Croce si è tenuto il comizio finale al quale hanno partecipato, oltre ai rappresentanti dei sindacati, Lisa Clark del Comitato Fermiamo la guerra, le istituzioni locali a partire dal sindaco di Firenze Leonardo Domenici, al Presidente della Provincia Michele Gesualdi, a quello della Regione Claudio Martini. Ma le inziative non accennano a fermarsi: i sindacati promettono nuove mobilitazioni a breve mentre la parola d'ordine è bloccare la vita comune del paese fino alla fine delle ostilità in Iraq.

A Firenze fiaccolata contro la guerra

Firenze risponde all'inizio della guerra in Iraq con una serie di manifestazioni per la pace. Nella notte tra mercoledì 19 e 20 Marzo si è svolta una fiaccolata simbolica, organizzata dal Comitato "Fermiamo la guerra", sui tre ponti, alle Grazie, alla Carraia e S.Trinita, distrutti durante la seconda guerra mondiale. In piazza oltre 7000 persone: presenti Social Forum, Cgil, rappresentanze di base, Comitato dei cittadini statunitensi e anche una delegazione della comunità irachena. "Siamo contro la guerra di Bush e contro la dittatura di Saddam Hussein - hanno dichiarato gli iracheni presenti - in questo momento la guerra avrà conseguenze disastrose per il popolo iracheno: Saddam ha già dato disposizioni repressive nei confronti dei dissidenti. I nostri parenti sono a Baghdad". La manifestazione si è conclusa con un sit-in spontaneo di un migliaio di persone davanti alla sede del Consolato statunitense: alcuni ragazzi hanno scritto la parola pace con le candele e hanno intonato cori contro ogni tipo di conflitto.

Martini:"La Toscana è contro questa guerra ingiusta e illegittima"

"Ci ostiniamo a volere la pace. Faremo tutto quello che è in nostro potere per ottenerla. Per questo parteciperemo a tutte le veglie, le assemblee, le marce, i dibattiti, gli incontri, le manifestazioni che pacificamente pretenderanno la pace". E' uno dei passi più significativi della lettera che il presidente della Regione Claudio Martini ha inviato a tutti i Comuni, le Province, ed ai principali organismi e associazioni della Toscana, affinché i cittadini e tutta la società civile "facciano sentire ancora la loro voce di pace". Netto il giudizio di Martini sulla guerra: "E' ingiusta, sbagliata e illegittima", priva di consenso internazionale". Martini prosegue affermando che la Toscana "è amica degli Stati Uniti.Ma è anche amica dei Paesi mediorientali e, quindi, dell'Iraq. Per questo ha sperato fino all'ultimo che Saddam Hussein rispettasse con più determinazione e senza incertezze le risoluzioni dell'Onu, ed in particolare la 1441". Dunque, contro questa guerra, senza essere né anti-americani, né anti-iracheni, perché "produce solo l'effetto di sostituire le bombe alla politica e alla diplomazia. Siamo quindi, prima di tutto, a fianco delle vittime innocenti: i bambini, le donne, i vecchi dell'Iraq". Martini prosegue chiedendo alla Toscana "una grande mobilitazione civile, fatta di gesti significativi e di aiuti concreti. Bisogna far partire subito la fase della solidarietà con gli organismi umanitari internazionali che operano in Iraq". Ricorda i contatti avviati con l'ospedale di Emergency e la Confrérie de la Charité - Caritas, la disponibilità all'accoglienza delle strutture sanitarie toscane in particolare per i bambini, i contatti con la Mezzaluna Rossa irachena per gli aiuti sanitari, la tenacia con cui la Regione persegue il progetto WWW - Win Without War (vittoria senza la guerra) per una rete transatlantica di salvataggio della pace, che coinvolga sulle due sponde dell'Atlantico Stati, contee, regioni e città degli Stati Uniti e dell'Europa che intendono collaborare concretamente per la pace. Sulla facciata della Giunta regionale toscana, insieme alle bandiere italiana, europea e dell'Onu, è stata esposta la bandiera della Regione Toscana listata a lutto. Sul balcone è stata distesa una bandiera con i colori dell'arcobaleno percorsa da un volo di colombe bianche. Venerdì 21 marzo seduta straordinaria del Consiglio regionale per la crisi irachena.

Consiglio comunale straordinario di Firenze dedicato alla guerra in Iraq

"In un momento come questo non potevamo non riunirci". Con queste parole il presidente del consiglio comunale Alberto Brasca ha aperto mercoledì 19 marzo la seduta straordinaria dell'assemblea di Palazzo Vecchio dedicata alla guerra in Iraq. "Il consiglio comunale - ha aggiunto Brasca - rappresenta tutta la città: ci siamo riuniti per riflettere insieme, per vedere se riusciamo a entrare in sintonia con il disagio che in queste ultime ore c'è in città e nel resto del mondo. Ci siamo riuniti anche per portare il nostro contributo, pur piccolo che sia". Il Consiglio ha approvato un documento nel quale si chiede al sindaco di "mantenere desta l'attenzione dell'opinione pubblica sul conflitto in Iraq anche per mezzo di gesti simbolici quali, per l'intera durata della guerra, l'accensione delle torce su Palazzo Vecchio, il rintocco della Martinella e lo spegnimento per alcuni istanti dell'illuminazione pubblica ad un'ora prefissata". I consiglieri firmatari chiedono di "appoggiare le iniziative di protesta unitarie già annunciate dalle organizzazioni sindacali e da movimenti ed associazioni, e invitano l'amministrazione "a valutare attentamente le proposte già formulate da questo Consiglio circa la promozione di un incontro tra le religioni e di un incontro fra tutti i Premi Nobel della Pace, anche offrendo Firenze quale sede permanente di questi incontri e quale luogo di del confronto e del dialogo pacifico tra i popoli".

Consiglio Provinciale straordinario dedicato all'attacco all'Iraq

L’attacco in Iraq ha cambiato il programma dei lavori del Consiglio della Provincia di Firenze. Giovedì 20 marzo è stata dibattuta ed approvata una risoluzione dove il Consiglio si dichiara contrario alla guerra in Iraq e chiede al Governo di non fornire alcun supporto politico, diplomatico, operativo e logistico a qualunque azione che, anche indirettamente, configuri un coinvolgimento dell’Italia nelle operazioni di guerra, aderisce alla manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil e dal comitato fiorentino “Fermiamo la guerra”, impegna il Presidente della Provincia a garantire l’apertura permanente della sede provinciale affinchè costituisca punto di riferimento per istituzioni, associazioni e cittadini, la Sala Rossa è già stata attrezzata con due maxi schermi a disposizione dei cittadini. La risoluzione inoltre impegna la Giunta a partecipare, fin da subito a tutte le iniziative umanitarie e di solidarietà con le popolazioni colpite. Il Presidente del Consiglio Eugenio Scalise è convinto che le bombe lanciate costituiscono l’inizio di una nuova era. “Le sedi deputati al dialogo non hanno scongiurato la guerra. Abbiamo davanti un futuro di grande incertezza visto che gli equilibri sono già instabili. Il futuro si presenta di grande incertezza e questa guerra, fatta anche contro il terrorismo internazionale non da garanzie che questo venga debellato. Questa guerra – ha detto Scalise – è legittima per tante nazioni del mondo, immorale per molte altre. Lo sforzo dell’Onu stava ottenendo primi importanti risultati per disarmare Saddam Hussein, un dittatore condannato da tutti i governi democratici. Non capisco perchè non si è tentata questa strada fino in fondo, non siamo stati in grado di fermare questa guerra ed ora siamo storditi e disorientati: facciamo ancora di tutto per interrompere questo conflitto”.