Capelli laminati d’oro; labbra tinte di rosso, fori ai lobi per ingentilirla con preziosi orecchini.
La Venere dei Medici, per secoli icona della
Galleria degli Uffizi e da Canova ritenuta ancora archetipo della bellezza femminile, non è sempre stata così come noi la vediamo. I restauri che – grazie ai finanziamenti messi a disposizione dalla fondazione non-profit Friends of Florence - ci regalano sorprese e suggestioni.
Le molte scoperte fatte in questi mesi ma, per quanto importanti e inaspettate, passano in secondo piano dinanzi al ritrovamento di ampie porzioni di foglia d’oro che rivestivano i capelli della Venere dei Medici. Ma non è una sorpresa del tutto inaspettata. Infatti come emerge dai racconti e dalle descrizioni dei visitatori settecenteschi, il biondo aureo della Venere era ancora chiaramente visibile a quell'epoca.
E' molto difficile la sopravvivenza delle decorazioni sulle sculture che hanno conosciuto secoli di storie e di vicende collezionistiche, come le statue della Galleria degli Uffizi. La tecnologia certamente ha aiutato la riscoperta di queste decorazioni nascoste, il microscopio ottico e le analisi compositive realizzate con il ricorso alla fluorescenza di raggi x hanno rivelato l’esistenza di tracce di antiche cromie, fornendo dati preziosi e sinora ignoti per restituire alle sculture il loro originario aspetto.