Città di Firenze
Home > Webzine > L’elefante di Linneo è al Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze
venerdì 19 aprile 2024

L’elefante di Linneo è al Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze

05-11-2013

E’ conservato alla "Specola" (via Romana), sezione di Zoologia del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, lo scheletro di elefante indiano cui fece riferimento nel Settecento Linneo, il padre della classificazione scientifica degli organismi viventi, nel descrivere questo tipo di animale. Lo rivela uno studio internazionale pubblicato sulla rivista “Zoological Journal of the Linnean Society” a cui hanno partecipato, fra gli altri, Paolo Agnelli e Fausto Barbagli del museo universitario fiorentino, insieme a colleghi e studiosi di Copenhagen, Londra, Stoccolma, Lincoln, Edimburgo, Perth e dell’Illinois Il gruppo è stato guidato da Enrico Cappellini, del Museo di Storia Naturale di Copenhagen, che ha in precedenza conseguito il Dottorato di ricerca presso l’Ateneo fiorentino.
Nel 1758 Linneo, nel “Systema naturae”, opera alla base della sistematica zoologica moderna, descrisse l’elefante, che nominò Elephas maximus facendo riferimento alle testimonianze di altri naturalisti  e a un feto ancora oggi conservato in alcol presso il Museo di Storia Naturale di Stoccolma. Per molto tempo quell’esemplare ha costituito il “tipo” dell’elefante. Ma lo scienziato svedese non sapeva, allora, che esistono due diverse specie di elefante, indiano e africano, e nella sua descrizione inserì caratteristiche dell’una e dell’altra specie.
Nello studio attuale, abbinando osservazioni anatomiche e tecniche di analisi del DNA e delle proteine antiche, si è scoperto che l’esemplare di Stoccolma appartiene alla specie africana, descritta nel 1797 da un altro naturalista, e chiamata Loxodonta africana. Si scopre allora che tra le testimonianze utilizzate da Linneo nella sua descrizione vi era quella del naturalista John Ray relativa ad uno scheletro che però nessuno fino a oggi aveva rintracciato. “Quando ho notato nel testo in latino di Ray che l’elefante descritto era stato osservato a Firenze, ho immediatamente pensato all’elefante della Specola e ho subito contattato i miei colleghi a Firenze” dice ancora Cappellini.
Attraverso una paziente indagine bibliografica archivistica e un accurato studio anatomico è emerso che lo scheletro di elefante inizialmente descritto da Ray nel corso della sua visita a Firenze nel 1664, e successivamente citato nel 1758 da Linneo nella sua descrizione di ‘Elephas maximus’, è lo stesso esposto ancora oggi al centro del grande «Salone degli Scheletri», della sezione di zoologia “La Specola” del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze.
Sulla base di questa documentazione il gruppo di ricercatori ha designato l’elefante di Firenze quale esemplare “tipo” di Elephas maximus (elefante indiano). Si chiariscono, così, fondamentali aspetti della nomenclatura scientifica di una delle specie più affascinanti e note del regno animale.
Per informazioni: www.msn.unifi.it

A.V.