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venerdì 29 marzo 2024

Italia Nostra per gli Uffizi: la scultura dell’Apollo seduto torna in Galleria

26-05-2014

Prosegue il progetto “Italia Nostra per gli Uffizi” con i finanziamenti da parte della sezione fiorentina dell’Associazione Italia Nostra, che in precedenza avevano interessato le opere dello Pseudo Seneca morente, della Giulia Mesa, di Poppea e del Nerone bambino, tutte residenti nella Galleria, e che questa volta sono invece diretti al recupero della scultura dell’Apollo seduto.
Così l’opera in marmo, replica romana (del I secolo d.C.) di un originale ellenistico del III-II secolo a.C, torna a dimorare nel Primo Corridoio della Galleria, insieme alle altre meraviglie del Museo fiorentino, immersa in una limpida miscela di storia, cultura e bellezza. Pubblico ringraziamento ad Italia Nostra da parte di Cristina Acidini, Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, che sottolinea la “manifestazione di sensibilità dimostrata da questa associazione, sempre così vicina alle esigenze del museo, da sempre impegnata nella contesa dei suoi tesori all’inarrestabile azione del tempo”. Una sfida contro il tempo quella gareggiata con successo dalla restauratrice Anne Katrin Potthoff Sapia, per una spesa di quasi 5mila euro. Un lavoro grazie al quale antichi e nuovi dati sono emersi e riemersi dai profondi segni dei secoli passati. “Una ricostruzione della doppia vita della scultura, quella antica e quella attuale”, ha detto Fabrizio Paolucci, Direttore del Dipartimento Antichità della Galleria. L’opera torna infatti a rivivere nel mondo contemporaneo con tutti gli splendori del passato, composta da ben dieci parti di marmi diversi, bianco, greco, venato grigio e marmo senza venature adesso ben visibili dopo la rimozione dei depositi atmosferici incoerenti, la pulitura degli strati più compatti di polvere, l’impacco con acqua demineralizzata e i ritocchi eseguiti con velature di acquerelli e tempere sulle stuccature, per rendere più morbida e fluida la differenza visiva tra un marmo e l’altro. Identificato con una delle sculture donate a Francesco I de’ Medici dal Cardinale Pier Donato Cesi, alla fine del XVI secolo, fu definito dagli inventari dell’epoca “ignudo con testuggine”. Varie e misteriose le peripezie di un’opera il cui torso sarebbe originariamente appartenuto ad un Dafni, parte di un gruppo raffigurante il giovane con il maestro di musica Pan e la cui testa, probabilmente non pertinente, fu ricomposta dai restauratori cinquecenteschi che selezionarono un tipo iconografico compatibile con i modelli apollinei. Una figura, quindi, solo secondariamente integrata con gli attributi di Apollo: la faretra e la tartaruga, metafora delle tenebre schiacciate dai raggi della divintà solare.
Qualunque sia la sua storia, oggi l’Apollo seduto può distinguersi tra i gioielli degli Uffizi per grazia, dolcezza ed estrema eleganza e per quegli occhi “vuoti” che ci fissano quasi sorpresi, violati nell’intimità di un pensiero.  

“L'arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentarle con novità” Ugo Foscolo

Per informazioni: www.polomuseale.firenze.it

di Enrica Pulcinelli