Il libro come occasione di riflessione su noi stessi, sulla società in cui viviamo e sul rapporto con il diverso: questa la filosofia di "Gli occhi dentro" di Domenico Guarino, presentato a Firenze il 18 settembre.
Protagonista del libro è un gruppo di ragazzi ciechi o ipovedenti che, tramite interviste e riflessioni, parlano della loro condizione e dei disagi che sono costretti a vivere in una società in cui "tutto è estetizzazione". "L'idea", ha spiegato Guarino, scrittore e speaker, "è nata quando mi è stato chiesto di tenere un corso di audio-documentari a dei ragazzi ciechi. In quel momento è nata l'esigenza di reinventare il metodo d'insegnamento e interagire con un pubblico diverso. Quegli incontri mi hanno aperto gli occhi e mi hanno portato a interrogarmi sul concetto di bellezza: cosa intendiamo per bellezza? È qualcosa di estetico o di interiore? Come vivono questo concetto i non vedenti?".
Il libro ruota quindi intorno al disagio, con la consapevolezza che è la società a produrlo tramite la stigmatizzazione del "diversamente abile", e alla necessità di superare quei criteri di omologazione che ci siamo autoimposti e che dominano la nostra vita: "proprio questi ragazzi, con le loro storie, ci insegnano che l'omologazione è solo una convenzione che può e deve essere distrutta".
All'incontro sono intervenuti anche Carlo Sorrentino e Laura Leonardi, professori dell'Università di Firenze, che hanno sottolineato l'importanza che per la ricerca e la formazione ha il "vedere diversamente" e la valorizzazione delle diversità.
La scrittura del libro è stata affiancata dalla realizzazione di un documentario filmato da Jens Mirannati, che ha voluto rappresentare visivamente "un'esperienza tattile" per calare lo spettatore nella dimensione del non vedente.
"Gli occhi dentro" è quindi un libro destinato a cambiare il modo di vedere la realtà del lettore, che insegna -come dicono i ragazzi- ad essere felici con quello che si è e si ha, e a non essere tristi per ciò che si vorrebbe essere o avere.
DM