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sabato 20 aprile 2024

Inaugurata la mostra ''Alberto Parigi - Il prisma della realtà'' all'Accademia delle Arti e del Disegno

03-10-2014
Venerdì 3 Ottobre è stata inaugurata all'Accademia delle Arti e del Disegno la nuova mostra temporanea "Il prisma della realtà" dedicata all'artista Alberto Parigi. L'esposizione comprende due sale, una dedicata all'ampia produzione di olii su tela ed un'altra con alcuni disegni a pastello su carta.

Il pittore, nato e cresciuto a Firenze, ha esercitato la professione di architetto per quarant'anni, accompagnando però questa ad un'intensa produzione artistica, arrivando alla sua prima mostra personale negli anni '70. Nella sua pittura si coglie la ricerca di una certa plasticità eterea, di opera in movimento, con diversi piani cromatici e di figura "così da produrre in chi osserva l'effetto coinvolgente di un prisma attraverso il quale la pittura moltiplica e avvicenda solidità plastiche e riflessi di trasparente policromia" citando Carlo Sisi, che ha scritto nell'introduzione al catalogo un pezzo proprio dedicato a questa "poetica del prisma" - e da cui deriva il sottotitolo della mostra. La sensazione che si coglie è quella del non determinato che invita alla riflessione. Discutendo con l'artista stesso ho avuto modo di trovare confermata quest'impressione. Parigi parla delle proprie opere come di opere aperte, dove le impressioni che lui sente nel dipingere si completano con quelle di chi guarda il quadro, in un'idea che non è mai definita del tutto. Lascia che gli spettatori non abbiano mai una chiave interpretativa a priori, ma che possano vedere ciò che sentono suggerito loro dai colori e dalle forme. Afferma che nella scelta dei suoi soggetti si lascia guidare da un'idea che può provenire da letture, ascolti, da ogni cosa. Per questo non si dedica mai a cicli di opere, preferisce che le sue ispirazioni gli siano da spunto senza costrizioni tematiche: "Se un soggetto mi piace posso fare più di un quadro, oppure posso tornarci tempo dopo". Per questo compone disegni con tagli netti, decisi ma dalla forma dinamica, cominciata ma non finita, il cui movimento è sempre incorniciato da toni sfumati, come se il Cubismo incontrasse William Turner. Parigi ha trovato nella spatola il suo strumento preferito proprio perché gli da modo di creare queste forme solide da cui poi nasce tutta la storia del quadro. Nel fargli una domanda su questo utensile mi dice che anche nell'usare il pastello ricerca il medesimo effetto, non usandolo di punta ma di piatto.

La mostra resterà aperta fino al 30 Ottobre 2014.

di Fiammetta Pibiri