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giovedì 25 aprile 2024

Georges Lilanga. il Picasso d'Africa

12-09-2005
Dopo il successo della mostra “Africani in Africa”, Palazzo Pazzi Ammannati (Borgo Albizi 28) torna ad essere sede di una mostra dedicata all’arte africana contemporanea, “Lilangamania”, aperta fino al 9 ottobre con ingresso gratuito.
Se quella dello scorso inverno si proponeva come una panoramica generale dei fenomeni artistici del continente, questa è invece una rassegna monografica volta ad esaltare il mito di Lilanga, peraltro già uno dei principali protagonisti della mostra precedente.
Dagli inizi come scultore, nei primi anni ’70, alla mostra collettiva del 1978 a Washington (dove espone ben 100 opere sulle 280 africane), fino alla successiva preferenza della pittura alla scultura, il percorso artistico di Georges Lilanga è ben rappresentato attraverso gli anni mantenendo uno stile originale e molto particolare.
I personaggi dei suoi dipinti sembrano usciti fuori dai cartoni animati ma allo stesso tempo rappresentano figure umane, dotate di solito di tre dita nei piedi e due nelle mani, con grandi orecchie e labbra allungate. L’adozione di fondi monocromi o appena sfumati si deve all’insegnamento di E.S. Tingatinga, fondatore e caposcuola del celebre naif africano noto appunto col nome di “scuola tingatinga”.
Questo mondo immaginario popolato da spiritelli che si dimostrano più simili ad elfi e gnomi che non a presenze sataniche e demoniache, è stato accostato dalla critica allo stile di alcuni artisti americani della Pop Art come ad esempio Keith Haring che per sua stessa ammissione ha dichiarato di apprezzare le opere del maestro africano.
Alla fine degli anni ’90 l’aggravarsi del diabete, che nel 2000 porta Lilanga a un nuovo ricovero con perdita degli arti inferiori, spinge verso la creazione di una bottega-atelier dove pittori e scultori lavorano alle sue dipendenze.
Negli ultimi anni, fino alla morte avvenuta nella sua casa di Mbgala il 27 giugno 2005, Lilanga prosegue, nonostante il suo handicap, la sua ricerca sui segni e sul colore con la nuova immissione di elementi paesaggistici e viaggia presentando le sue esposizioni in giro per il mondo.

di Andrea Palanti