Prosegue fino al 1 novembre la mostra “Da Courbet a Fattori. I principi del vero” ospitata al Castello Pasquini di Castiglioncello. Quella che si presenta come la quinta ed ultima esposizione di un ciclo dedicato alla riscoperta dei pittori e delle tematiche riguardanti la “
scuola della macchia” è una raccolta antologica che attraverso settanta opere
mostra i legami dei Macchiaioli con le contemporanee ricerche del Realismo.
Sono presentate infatti per la prima volta in Toscana diverse opere di
Gustave Courbet dove traspare l’amore per la natura e una sincerità descrittiva nella resa del mondo circostante che ben si adattano al percorso artistico di figure come
Lega, Fattori, Signorini.
Dagli arditi scorci prospettici di
Telemaco Signorini in “
L’alzaia” dove un gruppo di uomini trascina contro corrente, lungo l’Arno un’imbarcazione, alla naturalezza de “
La portatrice” di
Zandomeneghi, ritrovata in seguito alla mostra di Castiglioncello dello scorso anno, si passa attraverso effetti di luce ed ombra di una terrazza toscana - “
Conversazione in terrazza” di
Borrani - o del carro rosso abbandonato in mezzo alla campagna - “
Carro e bovi nella Maremma toscana” di
Abbati - alle ultime straordinarie prove dei principali esponenti della corrente.
Possono essere ammirate quindi la tipizzazione dei volti di Settignano e di Riomaggiore da parte di
Signorini con “
Sulle colline a Settignano”, “
Bambini colti nel sonno”, "
Tetti a Riomaggiore”, la produzione di
Silvestro Lega negli anni in cui è al Gabbro, dedicata alle donne del luogo, le Gabbrigiane: “
La scellerata”, “
Gabbrigiana in piedi”; e la decisa individualità di
Giovanni Fattori nei suoi grandi scenari maremmani come “
La marcatura dei cavalli in Maremma”, “
Butteri e mandrie in Maremma”.
di Andrea Palanti