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giovedì 25 aprile 2024

''La bottega del caffè'' di Scaparro: un Goldoni ''italiano'' sul palco del Teatro della Pergola

17-11-2015
Un Goldoni inedito e "italiano" sta per essere protagonista del Teatro della Pergola: da martedì 17 a domenica 22 novembre, sul palcoscenico del teatro fiorentino, andrà in scena "La bottega del caffè", una delle commedie più note e apprezzate di Carlo Goldoni diretta da Maurizio Scaparro e interpretata, tra gli altri, da Pino Micol e Vittorio Viviani.

Lo spettacolo, il primo prodotto dalla Pergola come Teatro Nazionale, è felicemente debuttato lo scorso giugno al Piccolo Teatro di Milano in occasione di Expo 2015 ed arriva a Firenze dopo una settimana di tutto esaurito al Teatro Argentina di Roma (dove ha persino registrato episodi di bagarinaggio, come ci è stato rivelato durante la presentazione).

Qual è il segreto di tanto successo? "Questo è un Goldoni curioso, a partire dalla lingua utilizzata", ha dichiarato il regista Scaparro. È proprio questo, infatti, uno degli aspetti più interessanti de "La bottega del caffè": nonostante le vicende siano ambientate nella sua Venezia, Goldoni ha scelto di usare il toscano, ormai diventato lingua franca italiana, per farsi comprendere da tutti i suoi lettori. A dichiarare questo intento è lo stesso commediografo ne "L'autore a chi legge" che fa da preambolo al testo: "Ho creduto meglio servire il Pubblico, rendendola più universale, cambiando in essa non solamente in toscano i due Personaggi suddetti, ma altri ancora, che col dialetto veneziano parlavano".

"La bottega del caffè" ha sempre attratto Scaparro, oltre che per l'inedito utilizzo della lingua italiana, anche per il rapporto contrastante che emerge tra l'autore e la "Serenissima": come sottolineato dal regista, "'la commedia prefigura l'addio di Goldoni a Venezia, sembra che l'autore voglia prendere le distanze da una città che sente diversa, più bottegaia, pettegola, 'meno veneziana'". Una città che pareva così avviarsi al suo declino, allontanarsi dalla "visione magica" della Serenissima e che nella commedia viene scrutata dal protagonista Don Marzio durante il periodo del Carnevale: "Don Marzio è una figura che mi ha sempre incuriosito, in lui si nascondeva lo stesso Goldoni", ha detto Scaparro in merito al personaggio, che osserva le vicende di quelle giornate di festa attraverso un occhialetto, una diabolica lente con cui scopre e racconta i fatti, le debolezze, i commerci, i piccoli amori, le piccole truffe delle persone che arrivano o vivono a Venezia.

La commedia si avvia alle prime luci dell'alba di un mattino invernale veneziano, durante il Carnevale, per concludersi quando scende la notte. La vicenda si svolge attorno alla bottega del caffè, luogo di ritrovo di avventori abituali e di passaggio, collocato al centro di una piazza. La bottega diventa un vero e proprio microcosmo, un crocevia di storie e personaggi che tra loro litigano, si aiutano, si interessano delle questioni altrui.
Scritta nel 1750, "La bottega del caffè" è un grande esempio di quel teatro borghese di cui Goldoni è stato l'indubbio precursore: un teatro che esplora lati positivi e negativi della società tra tardo Settecento e inizio Ottocento, mette in scena vizi e virtù della borghesia in ascesa e della nobiltà in decadenza. Un teatro umano che racconta personaggi colti nella propria quotidianità e tratti, come dichiarato dallo stesso Goldoni nel preambolo alla commedia, "dalla turba universale degli uomini". Uno spaccato della realtà nel quale ogni spettatore può identificarsi.

Da sottolineare infine la presenza delle delicate musiche composte dal premio Oscar Nicola Piovani che accompagneranno sul palco le vicende dei protagonisti, sempre in perfetto equilibrio tra parola e azione.

Per maggiori informazioni: www.teatrodellapergola.com

di Alessandra Toni