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giovedì 25 aprile 2024

''Le interruzioni della morte'' di José Saramago

23-11-2005
In un non meglio identificato Paese, allo scoccare della mezzanotte di un 31 dicembre, s'instaura l'eternità, perché nessuno muore più. L'avvenimento suscita a tutta prima sentimenti di giubilo e felicità, ma crea anche scompiglio in ogni strato sociale: dal governo alle compagnie di assicurazione, dalle agenzie di pompe funebri alle case di riposo e, soprattutto, nella chiesa, la cui voce di protesta si leva alta e forte: senza morte non c'è più resurrezione, e senza resurrezione non c'è più chiesa. Dopo sette mesi di "tregua unilaterale" la morte dichiara di interrompere quel suo sciopero e di riprendere il proprio impegno con l'umanità. E nonostante vengano dispiegati tutti i mezzi investigativi a disposizione delle autorità per individuare il mittente della lettera della morte le buste di colore violetto continuano ad arrivare nelle case dei rispettivi destinatari con il loro nefasto contenuto. Tutte tranne una, per ben tre volte rinviata al mittente e indirizzata a un violoncellista, il cui "ritratto, se davvero esistessero in musica, non lo si sarebbe ritrovato in nessuna composizione per violoncello, ma in un brevissimo studio di Chopin, opera venticinque, numero nove, in sol bemolle maggiore". Così, assunte le fattezze di una donna, la morte decide di consegnare personalmente la lettera al legittimo e sventurato destinatario. Una volta tanto, e per chissà quale inspiegabile istinto, vuole conoscere la sua prossima vittima.