Nell’ottobre 2006
Orhan Pamuk, uno dei maggiori scrittori turchi contemporanei, è stato insignito del
Premio Nobel per la letteratura, con una motivazione che da sola basta a farci capire la vera essenza della sua ultima fatica letteraria, “
Istanbul”: "nel ricercare l'anima malinconica della sua città natale, ha scoperto nuovi simboli per rappresentare scontri e legami fra diverse culture".
Istanbul è da sempre considerata una delle più affascinanti città del mondo, sospesa com'è tra mondo orientale e mondo occidentale, e nella narrazione resa dal un suo celebre abitante lo diventa ancora di più. E non perché la descriva solamente nella sua bellezza. Al contrario, il ritratto che ne esce è a tutto tondo, con le sue luci ma anche con le sue ombre. Pamuk ricorda, infatti, passeggiate bellissime nei quartieri più poveri e decadenti, parla di musei sempre deserti, di importanti reperti archeologi considerati dagli abitanti solo macerie.
Nella sua dissertazione non manca nulla - corredata com'è ad ogni pagina da raffinate foto in bianco e nero -, l'intera storia recente della città viene rievocata anche attraverso la storia dei giornali, dei quadri, delle citazioni di celebri autori europei che della città hanno trattato. E parallelamente, sullo sfondo e dentro questa città, Pamuk racconta il suo percorso di vita a Instanbul, in un arco di tempo che va dagli anni Cinquanta agli anni Settanta. Il risultato è in una formula lontana dallo sviluppo narrativo dell'autobiografia ma anche dall’enfasi dei ricordi e delle memorie.
Attraverso la descrizione di ciò che vede, da attento osservatore quale è, trasmette al lettore tutte le atmosfere e gli stati d'animo predominanti della città, ossia la malinconia e tristezza. E questa Istanbul bellissima e malinconica è Orhan Pamuk, che ci permette di condividere con lui i sentimenti, gli eventi e gli stati d’animo che hanno accompagnato e formato la sua vita in un luogo universale come la città turca. E con la forza trasfigurante di una scrittura limpida e precisa, capace di racchiudere una vita in una frase, anche il lettore che non conosce Instanbul viene trascinato nelle sue strade, nei suoi palazzi e tra la sua gente.
Come solo i grandi scrittori sanno fare siamo coinvolti dai piccoli fatti quotidiani come dai grandi eventi storici, descritti con straordinaria lucidità.
di Maria Grazia Ramirez