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mercoledì 24 aprile 2024

Torna dopo 200 anni a rivivere la farsa ''Il Conte Policronio''

27-11-2007

Un'opera teatrale creduta perduta rivive dopo oltre 200 anni. Si tratta de "Il Conte Policronio, Ovvero le bugie hanno le gambe corte", farsa in prosa con musica di Giuseppe Moneta che venne rappresentata nel 1781 con enorme successo per la prima volta dalla Compagnia Comica Toscana di Pietro Andolfati di fronte alla corte del Granduca Ferdinando III di Asburgo-Lorena nel teatro della Villa Medicea di Poggio a Caiano. Dell'opera però si erano completamente perse le tracce, finché per puro caso un collezionista di Poggio a Caiano ha ritrovato il libretto originale in una bancarella di libri usati a Firenze. Di qui la decisione da parte del Comune di Poggio a Caiano di mettere di nuovo in scena l’opera nella sua cornice originale. Il progetto troverà concretizzazione, grazie anche alla collaborazione con la Soprintendenza al Polo Museale Fiorentino e il Teatro del Maggio Musicale, con una nuova messa in scena, il 6 dicembre prossimo alle ore 21.00, proprio al Teatro della Villa Medicea di Poggio a Caiano, precedeuta da una conferenza sul Conte Policronio (ore 17). Repliche sabato 8 e domenica 9 dicembre alle ore 21. L'opera è diretta da Riccardo Cirri con i musicisti dell’orchestra del Maggio, per la regia e le scene di Franco Venturi e i costumi di Francesca Pipi. Interpreti sono Alessandro Luongo, Elena Cecchi e Gabriella Cecchi, Anicio Zorzi Giustiniani, Elena Bartolozzi, Alessandro Calamai, Simona Bottari e Niccolò Ayroldi. La vicenda  narra del Conte Policronio, misterioso benefattore dell’umanità che vanta un’età di poco meno di seimila anni. In realtà è un uomo che, grazie ai filtri e alle formule magiche, ha fatto dell’impostura un lavoro molto redditizio. In compagnia della moglie Feliciana e l'assistente-iniziato Stoppino cerca di truffare dei clienti e sedurre la giovane Giulia, ma viene alla fine smascherato. Una storia il cui successo sembra da ricercarsi nel riferimento diretto alle vicende di cronaca del tempo, ed in particolare al processo che il 3 maggio 1791, a Roma condannò al carcere a vita Giuseppe Balsamo, il Conte Cagliostro, leggendario personaggio, taumaturgo ed impostore.