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martedì 16 aprile 2024

Pastora e poetessa

15-10-2008
Appuntamento il 15 ottobre alle ore 18 la libreria Melbookstore Seeber (via de' Cerretani 16r, Firenze) per la presentazione del volume di Paolo Ciampi "Beatrice. Il canto dell'Appenino che conquistò la capitale". Ne parlerà con l'autore il giornalista e scrittore Massimo Orlandi. Beatrice nacque nel 1803 al Conio, una frazione del Melo nel comune di Cutigliano (Pistoia). Rimasta orfana della madre, seguì giovanissima il padre scalpellino, condividendone la sorte di migrante stagionale in Maremma. A vent'anni sposò il pastore Matteo Bernardi, dando inizio alla sua straordinaria storia. Fu proprio nel giorno del suo matrimonio che donò a tutti la sua prima poesia improvvisata. Da quel momento il mondo intero iniziò a conoscere colei che, anno dopo anno, avrebbe conquistato i salotti letterari con la sua incredibile capacità di improvvisazione poetica. Nel 1832, nientemeno che sulla Nuova Antologia, Niccolò Tommaseo raccontò la sua folgorazione per la "poetessa che bada alla pecore". Tommaseo fu il primo poi vennero tutti gli altri. Alimentato dall'ammirazione di eminenti filologi e letterati, dal Giusti al d'Azeglio, dal Tigri al Barbi, dal Pascoli al Fucini il mito di Beatrice di Pian degli Ontani e dei vari cantori dell'Appennino si sarebbe poi trasferito nel più esclusivo circuito internazionale grazie all'opera di Francesca Alexander e alla mediazione di John Ruskin. Analfabeta e di modesti costumi, Beatrice incarnò in modo esemplare i valori genuini e la spontaneità della cultura popolare. Grazie alla sicurezza della sua vena, al suo spirito acuto e al forte temperamento, Beatrice resta tra i più celebrati protagonisti della storia della poesia di improvvisazione moderna.