Continua per tutto il mese di agosto, fino al 1 novembre 2010, presso
la Galleria dell'Accademia di Firenze, la mostra
"Virtù d'amore.
Pittura nuziale nel Quattrocento fiorentino". La camera è il fulcro della
casa nel Rinascimento: è il luogo più intimo e protetto, dove si consuma il
matrimonio, si partorisce, si muore.
Sono soprattutto le spalliere, come
il cosiddetto
Cassone Adimari della Galleria dell’Accademia - da cui
prende avvio la mostra - e i
fronti istoriati dei cassoni a offrire
straordinarie testimonianze sulla casa fiorentina rinascimentale, sulla moda
preziosa, sulla celebrazione delle feste, sulla ritualità che accompagnava il
matrimonio, dal fidanzamento all’ingresso della sposa nella casa del marito.
Attingendo alla mitologia classica, alla Bibbia, a episodi storici e alla
letteratura del tempo, vengono raffigurate tutte le sfaccettature dell’amore,
nonché i doveri che ne conseguono: dall’amore che trionfa su contingenze avverse
(Nozze di Teti e Peleo), alle virtù di obbedienza e abnegazione che la donna
deve perseguire (Leggenda di Griselda dal Decameron di Boccaccio), al coraggio
delle eroine Lucrezia e Virginia romana, che scelgono la morte come fonte di
riscatto. Una sezione a sé illustra le deleterie conseguenze dell’amore come
magia sessuale, capace di soggiogare completamente la volontà dell’uomo. Tra le
opere esposte inoltre si segnalano esemplari eseguiti da illustri pittori come
Botticelli (
Storia di Virginia Romana, Bergamo, Accademia
Carrara),
Filippino Lippi (
Storia di Lucrezia Firenze, Galleria
Palatina),
Pesellino (
Storie di Susanna, Avignon, Musée du Petit
Palais), aprono uno straordinario scorcio sulle botteghe fiorentine impegnate
nella produzione di questi oggetti, che proprio nel Quattrocento conobbe la
maggiore fortuna.
Per informazioni:
www.unannoadarte.it