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venerdì 19 aprile 2024

Festival Intercity Copenhagen: Mostra Odin Teatret al Teatro della Limonaia

23-10-2010
Dal 24 settembre fino al 23 ottobre presso il Foyer del Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino (via Gramsci, 426) si terrà una mostra dedicata allo storico gruppo teatrale danese dell’Odin Teatret (il materiale esposto è solo una piccola parte della mostra originale dal titolo Odin Teatret in mostra) organizzata dalla Biblioteca Area delle Arti sez. spettacolo “Lino Micciché”, Università Roma Tre. Odin Teatret è gruppo teatrale fondato dal regista Eugenio Barba e dagli attori norvegesi Else Marie Laukvik e Torgeir Wethal nel 1964 a Oslo, e successivamente stabilitosi a Holstebro in Danimarca, dove ancora risiede dal 1966, quando vi entra a far parte un'altra figura storica, Iben Nagel Rasmussen. Seguendo le indicazioni teoriche di Barba, il gruppo inizia da subito a proporsi come un’identità anomala del teatro; una comunità di non professionisti che, sulla scia del Teatro-Laboratorio di Grotowski, comincia a lavorare sull'autoformazione attraverso il training, inteso come processo di consapevolezza e di esperienza individuale dell'attore, costruendo un preciso linguaggio estetico influenzato sia dal teatro orientale che dal teatro di strada. Il lavoro scenico e i temi affrontati dall'Odin Teatret non hanno una tradizione nazionale alla quale fare riferimento, ma si mettono in collegamento con un più vasto panorama di culture minoritarie o diverse rispetto ai modelli imposti dalla società contemporanea: le stesse incontrate nei lunghi viaggi in Europa, o nei paesi latinoamericani, o a Carpignano (Lecce), dove nel 1974 l'Odin Teatret ha soggiornato per cinque mesi. La scenografia essenziale, fatta di pochi e poveri elementi, la centralità evocativa del corpo dell'attore, il grottesco e la violenza che arricchiscono l’azione di altre simbologie e un’aperta dialettica con lo spazio e lo spettatore hanno delineato il carattere degli spettacoli: dallo scavo nell'ipocrisia della civiltà in Ornitofilene alla superba rilettura di Dostoevskij in Min fars hus, dalla metafora della conquista del selvaggio di Come! And the Day Will Be Ours al rapporto fra speranza e ferocia nell'idolatria della religione che parla la lingua copta, yiddish e greca in Il vangelo di Oxyrhincus. Mostra ad ingresso libero. Per informazioni: www.teatrodellalimonaia.it