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giovedì 28 marzo 2024

Presentato ''Volevo essere una farfalla'' di Michela Marzano: ''Anoressia mi ha insegnato a vivere''

26-10-2011

Martedì 25 ottobre, nella Sala D'Arme in Palazzo Vecchio, è stato presentato il libro di Michela Marzano "Volevo essere una farfalla", insieme all'autrice è intervenuta l'Assessore alle Politiche Giovanili Cristina Giachi che ha trovato questo libro "pieno di cose interessanti, non solo come donna, ma anche come politico, perchè vengono toccati temi importanti sul rapporto dei giovani con se stessi e con gli adulti e vengono descritti tratti di carattere in cui ci possiamo identificare come popolo".
Il libro di Michela Marzano, continua l'Assessore, non è una narrazione classica ma "è come leggere un epistolario scritto da uno solo dei corrispondenti, che ci porta a non averne mai abbastanza e ad intuire tutto quello che l'autrice ci vuole trasmettere".
Questa scelta stilistica, afferma l'autrice, non è stata un scelta casuale ma un'idea ponderata "perchè era l'unico modo che avevo per raccontare", l'idea era "strutturarlo nella non strutturazione", nel senso di dare a ogni capitolo una sua autonomia, come un piccolo quadro per ogni evento importante della sua vita incarnando all'interno ogni suo pensiero.
Cristina Giachi espone un'altro tema importante dell'autrice che è quello della lingua, in quanto Michela Marzano vive a Parigi e insegna all' Università Sorbona Paris-Descartes e ha scritto libri sia in italiano che in inglese.
L'italiano, afferma l'autrice, è "ridiventata la mia lingua materna, c'è stato un retour, un riappropriamento della mia capacità di prendermi cura di me rispetto al dovere".
La protezione, continua l'autrice, ci permette di sopravvivere, fisicamente ma anche psicologicamente, indipendentemente da quello che gli altri si aspettano da te, perchè non sono gli altri ad essere importanti ma è ricordarsi chi si è, indipendentemente dal mondo che ci circonda.
Un altro argomento peculiare del libro, sottolinea l'Assessore, è il rapporto tra l’essere e il dover-essere, tra ciò che si è veramente, che si desidera e il "tu devi" kantiano, la necessità di dover essere sempre la più brava della classe, la più preparata, a dimostrazione del proprio successo.
Il problema, afferma Michela Marzano, arriva quando il dovere sovrasta tutto, quando sopprime il volere, il desiderio, e non sappiamo più cosa vogliamo, perchè si è imparato cosi tanto a sottomettersi al dovere che ogni scelta, anche banale, diventa difficile.
Per uscire da questa tendenza bisogna ritrovare la capacità di dire "voglio fare altro", ascoltare finalmente il desiderio senza sentirsi in colpa per non essere riuscita a controllare tutto.
L'Assessore porta la conversazione su un'altra questione: la sofferenza e dove ci può portare questo sentimento, citando un passo del libro: "La cosa più difficile è stata capire quella sofferenza che hai dentro, immensa, senza fondo, che non lascia trasparire nulla, perchè dall'esterno non si vede, anzi se si guarda dall'esterno tutto va bene, non sei malata, cioè si lo sei, ma per gli altri sei tu all'origine della tua malattia,non sai quello che vuoi, quello che desideri, quello che sogni, sai solo che devi fare qualcosa, devi capire, devi!"
L'autrice si espone dicendo che "se potessi tornare indietro, cancellando tutta la sofferenza, lo farei e non me ne frega niente se questa sofferenza mi ha permesso di raggiungere una serie di obiettivi, perchè niente vale quello che ho attraversato", ma tutto ciò è accaduto e l'unica possibilità era di fare qualcosa di questa sofferenza, allontanandosi così dalla fonte di questo dolore.
L'ultima considerazione su cui Cristina Giachi si sofferma è come viene affrontato l' Amore dall'autrice.
Il rapporto tra due persone è fatto di varie sfumature, è la voglia di condividere qualcosa con un' altra persona, anche se molto spesso viene usato per colmare il nostro vuoto, che ognuno di noi ha ma che è incolmabile.
In realtà l'unica cosa che si può fare è "attraversare questo vuoto insieme" abbandonando il controllo che si ha sulla persona a noi vicina, accettando la possibilità che l'altro se ne può andare, capendo che si può sopravvivere anche da soli; si creerà, così, un rapporto basato sull' autonomia.
Quello che è avvenuto in Palazzo Vecchio non è stata una semplice presentazione, ma un'intima conversazione con un'autrice che ha voluto raccontare i suoi sentimenti, le sue paure, le sue sofferenza e la sua riscoperta della vita in un libro, in cui ognuno di noi ci si può ritrovare.

di Eleonora Pieri