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sabato 27 aprile 2024

Odeon ha presentato ''It Might Get Loud'': elogio alla musica rock

14-11-2011

Sabato 12 novembre il cinema Odeon ha inaugurato la 52esima edizione del festival Internazionale del film documentario con la proiezione del film "It might get loud" di Davis Guggenheim, che racconta l'incontro fra tre generazioni di chitarristi rock: Jimmy Page dei "Led Zeppelin", The Edge degli "U2" e Jack White dei "White Stripes".
I tre protagonisti non hanno bisogno di presentazione, e solo questo basterebbe a raccomandare questo documentario a tutti gli appassionati di rock ed in particolare della chitarra elettrica, ma "It might get loud" è anche il risultato di un grande lavoro a livello di concezione, realizzazione e montaggio,e riesce a delineare tre diverse personalità, tre diverse stagioni della storia del rock, tre filosofie musicali con grande nitidezza e intensità, riuscendo anche a divertire.
Il film si basa su una linea narrativa che è quella che conduce i tre chitarristi al loro incontro faccia a faccia, che li porta ad imbracciare i loro strumenti, a confrontarsi sulle loro idee musicali, divertendosi e facendo un pò di musica; l'unione di questi grandi del rock crea un'alchimia evidente e fa crescere nello spettatore forti emozioni.
Il regista ci accompagna nei rispettivi luoghi di origine dei tre protagonisti, così visitiamo Dublino con The Edge, i dintorni di Londra con Page, e vari angoli del sud degli Stati Uniti con White, per raccontare come le loro radici e il momento storico che vivevano hanno influenzato la loro musica e il loro approccio con la chitarra, vediamo come Jack White ricerca la purezza del suono e The Edge si affida a tutta una serie di effetti musicali.
Il risultato è che riusciamo a percepire e comprendere le loro personalità, il loro amore per lo strumento e la loro concezione della musica, mai statica e sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, è evidente l'ammirazione e l'incanto di The Edge e di Jack White di fronte al leggendario Jimmy Page, che, dal canto suo, è perfettamete a suo agio, e si nota come White si mette coraggiosamente alla prova di fronte ai noti colleghi.
Davis Guggnheim mette al centro del film la musica e la chitarra elettrica che sono i reali protagonisti, e i tre chitarristi fanno da interpreti della magia che è scaturita dal loro incontro con lo strumento.
Il film è stato strutturato in piccoli capitoli per riuscire a dare una linearità ai pensieri degli artisti: si parte dall'infanzia per ripercorrere tutta la carriera, tutti gli eventi che hanno portato al successo, e la cosa bizzarra che si nota è come tutto è nato dal nulla, da delle casualità, da una passione.
Il regista unisce alla narrazione e alla musica, degli spezzoni della vita dei nostri artisti facendoci scoprire come vivevano, dove vivevano e come si approcciavano alla musica, vediamo come Page passa dallo skiffle e dalla sua carriera da turnista alla fondazione degli Yardbirds e dei Led Zeppelin, come The Edge è passato da essere un chitarrista new wave a diventare uno sperimentatore e un inventore di nuovi effetti chitarristici, e, infine, come Jack White sia passato da fare il tappezziere a essere un polistrumentista.
Davis Guggenheim ha ripercorso la vita di tre grandi del rock, facendo realmente capire allo spettatore il legame che si può creare tra uno strumento e una persona, come la musica rimanga vitale nell' animo dei chitarristi a discapito del passare del tempo.
Tutto questo si può riassumere nella scena finale, l'apoteosi del film: la performance che i tre improvvisano alla fine del loro caloroso rendez vous, suonando la celebre "The Weight" dei "The Band", con tre chitarre e due voci, in quanto Jimmy ammette "I can't sing!", che chiude il film e tiene letteralmente incollati alla poltrona per tutta la durata dei titoli finali e ti fa venir in mente di uscire dalla sala ed entrare in un negozio di strumenti musicali.

di Eleonora Pieri