"La Testimone - Shahed", il film di Nader Saeivar allo Spazio Alfieri di Firenze
25-11-2024
Lunedì 25 novembre 2024, alle ore 18.30, per la Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, lo Spazio Alfieri di Firenze (via dell'Ulivo, 8) ospita la proiezione di "La Testimone – Shahed" (produzione ArtHood Films, Golden Girls Films e Sky Films; 2024), presentato in selezione ufficiale alla Mostra del Cinema di Venezia e vincitore del Premio del pubblico Armani Beauty. Il lungometraggio è scritto e montato dal regista Orso d'Oro (Taxi Teheran) e Leone d'Oro (Il cerchio) Jafar Panahi e diretto dal regista vincitore del Festival di Cannes (Miglior Sceneggiatura per Tre volti), Nader Saeivar. Nel cast Maryam Bobani, Nader Naderpour, Hana Kamkar, Abbas Imani, Ghazal Shojaei e Fahrid Eshaghi. L'iniziativa è parte del Festival dei Diritti 2024 del Comune di Firenze.
Iran. Tarlan, un'insegnante di danza in pensione, assiste impotente all'omicidio della sua cara figlia adottiva. Rana, brutalmente uccisa dal marito, un influente membro del governo. La polizia, ostile alle donne e intimorita dal potere del marito di Rana, si rifiuta di aprire un'indagine. Tarlan si trova, così, di fronte a una scelta difficile: piegarsi alle pressioni politiche e sociali di un sistema patriarcale che sopprime la verità e il coraggio delle donne, o rischiare la propria vita, reputazione e il proprio sostentamento per cercare giustizia. Tarlan intraprende un viaggio doloroso per denunciare l'ingiustizia, affrontando il maschilismo radicato nella società e lottando per una giustizia sociale che spesso viene negata.
Il lungometraggio offre una profonda riflessione su temi sociali fondamentali che risuonano con grande attualità, invitando gli spettatori a considerare quanto sia cruciale lottare per le ingiustizie, soprattutto in un contesto in cui il maschilismo e il patriarcato continuano a permeare le strutture sociali e culturali. Nel film, la danza rappresenta non solo un modo per esprimere la propria identità, ma anche un mezzo per la giustizia e un atto di resistenza. Essa incarna l'emancipazione delle donne e la loro determinazione a combattere le oppressioni maschili, diventando così un atto di ribellione e speranza per un futuro migliore. La narrazione, attraverso i percorsi dei suoi personaggi, si fa portavoce di un messaggio potente: le donne, in particolare, devono alzare la voce e rivendicare i propri diritti, senza mai cedere di fronte alle pressioni esterne o alle aspettative di una società che spesso tende a silenziare i loro aneliti di libertà e giustizia.
La bellezza del film sta nel fatto che mostra non solo la resistenza delle donne, ma anche la solidarietà che si crea tra di loro. Le relazioni autentiche, il supporto reciproco e l’ascolto attivo sono strumenti indispensabili per affrontare le difficoltà e superare le barriere che ancora ci separano da una società giusta e inclusiva. Il patriarcato, negli occhi della narrazione, appare non solo come una struttura sociale opprimente, ma anche come una realtà emotiva e psicologica che può portare a un senso di isolamento e impotenza.