“Oggi, come ai tempi in cui è ambientato il Decameron, un nemico invisibile ha innescato la paura delle relazioni, ha interrotto la catena degli incontri, ha disgregato il desiderio di vicinanza, elevando il pericolo del contagio a giudice dei nostri comportamenti, e come allora potrebbe essere di aiuto cercare di riallacciare quei fili strappati attraverso la narrazione, questa volta a distanza. Il nostro vantaggio rispetto ai tempi del Boccaccio è palese: la tecnologia, i mezzi di comunicazione, che in questo periodo si sono finalmente rivelati nelle loro più positive qualità e potenzialità. La scrittura ha la stessa forza di molti secoli fa, ma ha molti più strumenti per essere messa in pratica. Scrivere oggi significa anche salvare la memoria di questo momento buio, aspettando di riveder le stelle”.