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domenica 22 dicembre 2024
Una piattaforma per formarsi. Con il nuovo Trio connessioni più facili tra istruzione e lavoro
12-11-2019
In un mercato del lavoro sempre più fluido, è tutta una questione di ‘connessioni' oramai: connessioni tra scuola e lavoro, tra lavoro e lavoro, tra formazione e istruzione. E nella formazione continua, che diventa a questo punto essenziale, un ruolo importante assume la ‘consapevolezza digitale', che non vuol dire essere esperti per forza di informatica ma avere semplicemente quegli strumenti che un tempo offriva ad esempio il saper scrivere.
Se n'è parlato martedì 12 novembre a Sant'Apollonia a Firenze, nel corso di un convegno, sul mettere (e mettersi) "in connessione in tempi di trasformazione digitale", organizzato dalla Regione che ha chiamato sul palco e in platea rappresentanti delle scuole e delle imprese, dei Centri per l'impiego e della Regione stessa, professori, imprenditori e giovani. L'occasione era la presentazione del nuovo portale Trio, la piattaforma di formazione a distanza gratuita e open source della Regione Toscana creata nel 1998 e che di recente si è rinnovata: non solo nella grafica ma nei contenuti anzitutto, con 1900 prodotti fruibili on line in più campi, attestati9 di frequenza finale, supporto tecnico e una dimensione pure social, 500 mila iscrizioni in venti anni, 77 mila utenti attivi e un milione di corsi attivati, uno strumento rivolto ad occupati che vog liono adeguare le proprie competenze, a disoccupati che hanno bisogno di acquisirne di nuove, a studenti di ogni grado ma anche a cittadini che semplicemente hanno desiderio di apprendere o a cittadini stranieri per facilitarne l'integrazione.
Basta digitare in rete l'indirizzo www.progettotrio.it, registrarsi e il gioco è fatto. Ce n'è per tutti gli interessi: per imparare ad imparare, per acquisire appunto adeguate competenze digitali, per lavoratori e imprenditori, per saperne di più dalla matematica alla scienza, dalla tecnologia all'educazione civica, dall'architettura alla muratura, dal marketing all'industria e l'artigianato, dal turismo all'agricoltura o la gestione aziendale. Non mancano naturalmente le lingue straniere: inglese, francese, spagnolo, tedesco, russo.
"In un mercato del lavoro che sta cambiando abbiamo due scelte: o lo subiamo oppure ci facciamo trovare pronti e proviamo a gestire transizioni e cambiamenti" mette subito in chiaro l'assessora regionale alla formazione, istruzione e lavoro Cristina Grieco, intervistata dal giornalista Tommaso Labate all'inizio del convegno. "Viviamo in un mondo digitale ed acquisire adeguate competenze – si sofferma – è essenziale. Sull'industria 4.0 non sono catastrofista: certo la prima fase potrebbe essere critica, certi mestieri scompariranno o cambieranno ed occorre dunque sulla digitalizzazione formarsi. Abbiamo un analfabetismo funzionale da combattere". Come? "Come nel gioco del rugby – dice –: andando a metà (perché è così che si vince) ma guardandosi indietro". Senza abbandonare nessuno, valorizzando i modelli che hanno funzionato.
Se si vuol far ripartire l'ascensore sociale, per l'assessora toscana non si può che non tenere insieme in modo fluido lavoro, istruzione e formazione per aiutare a superare quelle transizioni che saranno sempre più frequenti: una sequenza logica parte di un'agenda istituzionale dove la scuola e l'acquisizione di competenze aiutano a colmare le disuguaglianze e che in un gioco di parole riassume tutte le politiche in campo nell'acronimo Lift, in inglese ‘ascensore' per l'appunto.
La Regione della Toscana, ricorda Grieco, è stata la prima tra le regione in Italia ad abbattere in questi anni il tasso di abbandono scolastico e ad aver ridotto il numero dei neet, ovvero i giovani che non lavorano né studiano. "L'uso delle tecnologie – sottolinea ancora Grieco - non può essere fine a se stessa. Ma quelle competenze vanno acquisite. Servono politiche fluide e Trio e la teleformazione offrono strumenti in tal senso ad una vasta platea".
Altre parole d'ordine si sono susseguite poi nel corso della mattinata. C'è chi ha avvertito che nella scuola ad esempio, non è sufficiente utilizzare strumenti digitali se poi si continua a fare didattica analogica. Andrebbe modernizzata anche quella. Si è parlato della responsabilizzazione all'autoapprendimento, che in aziende dove un lavoratore non avrà più le stesse competenze per più di cinque anni va coltivata, o di avere tirocini che siano davvero finalizzati all'assunzione e non un modo per tagliare il costo del lavoro.
E' stata riproposta la solita mancanza di sintonia tra domanda e offerta di lavoro. "In un'area importante come quella di Firenze noi assumiamo con le nostre 130 mila imprese mediamente 8.000 persone al mese: però il 35% di queste non si trovano perché non ci sono competenze adeguate" lancia l'allarme il presidente della Camera di Commercio Leonardo Bassilischi che poi affronta un secondo tema. "Dobbiamo anche lavorare sul marketing delle professioni: non è possibile – dice - che nessuno volesse fare il cuoco, poi c'è stato Masterchef e allora tutti vogliono fare il cuoco. Dovremmo dire a Sky di inventare 'Mastercraft', così tutti vorrebbero fare l'artigiano. Ci sono professioni dignitosissime, e c'è spazio".
Così come spazio c'è nelle professioni tecniche. Lo ricorda ancora la Regione, che in questi ultimi anni ha investito sull'istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts) e sugli istituti tecnici superiori (Its), che sono percorsi paralleli ai corsi universitari. Entro sei mesi dall'ultimazione degli studi, dall'85 al cento per cento di chi vi si iscrive trova un'occupazione.