“La mia vita è cambiata il giorno in cui ho scelto da quale parte stare. Tutto ruota intorno ad una scelta nella vita. Se si vuole stare da una parte piuttosto che dall'altra, se ne pagano le conseguenze. -sono state le parole di Federica Angeli-. Io scelsi di denunciare ai carabinieri i fatti di cui ero stata testimone, come cittadina e come giornalista, attraverso le mie inchieste. Mio marito mi supplicò di non farlo, di pensare ai nostri bambini di allora appena 4, 6 e 8 anni; ma io lo convinsi spiegandogli che non potevo costringere i nostri figli ad abbassare la testa e a chiudere gli occhi tutta la vita. Una volta il boss mafioso Armando Spada mi disse “Contro di noi non si vince”. Infatti in quel momento non avevo la certezza di vincere, ma almeno avrei potuto dire di averci provato. Dal giorno dopo la denuncia vivo sotto scorta, perché in quarant'anni di comando sul territorio da parte di queste famiglie, nessuno le aveva mai denunciate. Qualcuno potrebbe pensare che affermo di avere scelto la libertà di stare a testa alta, ma che in realtà oggi, con la scorta sempre appresso, non sono più una persona libera. Rispondo solo che ho sicuramente perso la libertà di movimento, ma non quella di pensare, di ragionare e di provare a sconfiggere un mostro più grande di me. Oggi posso dire che da quel giorno è iniziata la mia battaglia e dopo cinque anni, quando non mi credeva nessuno e l'opinione pubblica pensava che io volessi solo diventare famosa attraverso l'invenzione di una presunta mafia romana -piuttosto che esclusivamente relegata al meridione- sono cambiate molte cose. La prima è che sono stati arrestati per mafia trentadue componenti del clan, la seconda è che i miei concittadini hanno rialzato la testa, vedendo che io non mi sono mai spostata, non ho lasciato la mia Ostia e attualmente vivo ancora a 300 passi dalla casa del boss. Hanno preso coraggio e via via hanno iniziato anche loro a denunciare. E laddove gli è servita la mia mano, io ci sono sempre stata”.
L'apertura dei lavori della mattinata si è svolta con i saluti istituzionali dell'Assessora all'Educazione Sara Funaro e del Presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia Cosimo Ceccuti.
“Il racconto di Federica Angeli, che dal 2013 vive sotto scorta insieme ai suoi tre figli -commenta Sara Funaro-, è una testimonianza forte per tutti, e soprattutto per i nostri ragazzi, per capire cosa voglia dire combattere la mafia. Questa iniziativa promossa insieme alla Fondazione Spadolini Nuova Antologia è un modo potente per sensibilizzare i più giovani sul tema della lotta a questo fenomeno complesso e mutevole nel tempo che continua a essere fortemente radicato nella nostra società. Come Istituzioni abbiamo il dovere e la responsabilità di mandare messaggi di speranza e consapevolezza di quanto sia fondamentale contrastare le mafie. Diversi sono i progetti che vengono portati avanti nelle scuole cittadine su questo tema con il pacchetto educativo de ‘Le Chavi della città’, perché per combattere le mafie non possiamo e non dobbiamo stare in silenzio, ma dobbiamo parlare, denunciare e tenere alta l’attenzione”.
A seguire, gli interventi del Vice Prefetto di Firenze Annalisa Oliva e del Questore di Firenze Maurizio Auriemma.
“Un libro che mi ha colpito e che ho sottolineato in molti punti -sono le parole del Vice prefetto Annalisa Oliva- come per esempio quando Federica Angeli dice 'È molto più semplice criticare l'operato degli altri piuttosto che denunciare. Chiedere il rispetto delle regole a sé stessi e agli altri richiede forza e coraggio. La paura non deve farci nascondere, ma va affrontata. Il rispetto delle regole fa bene a noi e agli altri'. Ascoltare l'esperienza di chi vive sulla propria pelle la mafia permette di essere cittadini consapevoli".
“È particolarmente importante sensibilizzare i giovani che si affacciano per la prima volta al momento delle scelte per il futuro- è il commento del Questore Maurizio Auriemma-. Il momento in cui devono cercare di essere responsabili e, con il proprio esempio e comportamento, rappresentare la legalità. Le organizzazioni malavitose attirano l'interesse dei giovani, attraverso la proposta di soldi facili e un'organizzazione molto capillare delle loro attività. Sono molto più capaci di penetrare sul territorio attraverso operazioni finanziarie, ma attraverso l'acquisizione di sapere e conoscenza possiamo aiutare i nostri ragazzi a crescere nella legalità. Il mio monito per loro è quello di non guardare con sfiducia al futuro, ma di affrontare con responsabilità il proprio futuro. ”
A presentare Federica Angeli è stata la consigliera Mimma Dardano "Quando si parla di anti mafia e legalità, si pensa spesso a persone defunte: Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa. Allora viene voglia di dire 'Conviene fare queste lotte?' Ebbene, Federica rappresenta oggi per tutti noi la testimonianza dell'essere grandiosi nella normalità. Questo accade quando si è cittadini responsabili".
“Il progetto “Giovani e legalità” nasce da lontano -è il commento del Professor Cosimo Ceccuti-, quando diversi mesi fa contattammo la Dottoressa Angeli per coinvolgerla nel progetto “Donna nel terzo millennio” di Nuova Antologia, ossia la realizzazione di video testimonianze da parte di donne che hanno giocato un ruolo fondamentale nella nostra contemporaneità, da proporre al numeroso pubblico che segue online le attività della nostra Fondazione. Poiché la Dottoressa Angeli aveva da poco pubblicato il romanzo “Il gioco di Lollo” (Baldini&Castoldi Editore), nel quale racconta la vita sotto scorta attraverso gli occhi di suo figlio Lorenzo - oggi diciassettenne -, insieme all'amica Sara Funaro abbiamo pensato che non esistesse modo migliore per toccare il cuore dei nostri ragazzi e sensibilizzarli su un tema tanto delicato, del proporlo attraverso le parole di un coetaneo”.
Di qui l'idea di coinvolgere uno sponsor di eccezione che fosse disposto ad acquistare i volumi da donare a tutti i ragazzi partecipanti al progetto. A rispondere prontamente all'appello sono stati i tre Club Inner Wheel dell'area Fiorentina: Inner Wheel Firenze, Inner Wheel Firenze Medicea ed Inner Wheel Firenze Iris, rispettivamente presieduti da Fiammetta Croci Bencivenni, Pola Cecchi e Anna Vannozzi Fallani, tutte presenti nel Salone dei Cinquecento questa mattina, accompagnate da una delegazione di socie. “A loro va il nostro ringraziamento per aver reso possibile, nelle settimane precedenti l'incontro, la distribuzione dei volumi e l'indottrinamento dei nostri ragazzi su una tematica tanto delicata”, ha commentato il Professor Ceccuti.
Numerosissime le domande da parte degli studenti presenti, che hanno dimostrato di aver letto con cura il libro donatogli e di aver ascoltato attentamente la testimonianza della giornalista.
Ospiti dell'iniziativa di questa mattina Maurizio Coluzzi, presidente dell'Associazione antimafia Noi, e Pier Francesco Bernacchi, presidente della Fondazione Collodi.