I profughi ucraini scendono in campo per aiutare i ragazzi disabili che vogliono fare sport. È il senso dell’accordo stretto tra il Coordinamento delle Misericordie dell’Area Fiorentina e la Società Canottieri Firenze.
I canottieri, da circa dieci anni, sono promotori di un progetto che riguarda i giovani con disabilità intellettive e relazionali, alla cui base c'è l'inclusione sportiva. Nel corso dell'ultimo anno sono aumentati i ragazzi disabili che i Canottieri riescono a ospitare sia per gli allenamenti che per le trasferte. Serve quindi maggior supporto e qui entra in gioco l'accordo che prevede, da parte del Coordinamento delle Misericordie dell’Area Fiorentina, l'aiuto dei volontari provenienti dall'Ucraina che aiuteranno e coordineranno i ragazzi.
Un progetto di inclusione a doppio binario: da un lato, aiutando i ragazzi, i volontari ucraini entreranno di più nel tessuto sociale fiorentino; dall’altro lato i giovani con disabilità avranno ancora la possibilità di praticare il canottaggio.
“È una iniziativa bellissima, a cui teniamo molto - dice il presidente del Coordinamento delle Misericordie dell’Area Fiorentina Andrea Ceccherini -. Da quando è iniziata la guerra ospitiamo molti ucraini, che hanno affrontato e stanno affrontando momenti difficili: si trovano all'improvviso in un'altra terra, senza lavoro e con difficoltà anche linguistiche. E' un vero progetto di inclusione e ringrazio la Società Canottieri Firenze per la sensibilità dimostrata. Tra l'altro l'accordo prevede anche l'inserimento dei bambini ucraini all'interno dei corsi di canottaggio di questa gloriosa società”.
“È un ‘matrimonio’ nel nome dello sport che è il simbolo dell'inclusione: noi ne siamo molto orgogliosi - dice il presidente della Società Canottieri Firenze Michele Nannelli -. Il gruppo di ucraini ci aiuterà attivamente nel supporto ai ragazzi disabili. È un progetto dove tutti ne escono più forti. Ed è bello che i bambini ucraini imparino anche il canottaggio nel luogo simbolo di Firenze, l'Arno e Ponte Vecchio: quando sono arrivati ricordo i loro volti, emozionati e commossi”.