Home > Webzine > Cinema > Programmazione settimanale del cinema Spazio Uno di Firenze
sabato 20 aprile 2024
Programmazione settimanale del cinema Spazio Uno di Firenze
28-06-2018
Ecco la programmazione del cinema Spazio Uno di Firenze (via del Sole, 10), questa settimana saranno proiettati i seguenti film:
"L'ALBERO DEL VICINO" di Hafsteinn Gunnar Sigurdsson Questo film islandese candidato all' Oscar è una commedia cinica e cattiva con tocchi dark molto apprezzata e applaudita dalla critica internazionale. Velato da un irresistibile humor nero che funge da collante tensivo, "Under the Tree" dell’islandese Hafsteinn Gunnar Sigurðsson (in gara a Venezia 2017, sezione Orizzonti) è un film asciutto, essenziale, che lavora sugli spostamenti: il senso di ciò che viene mostrato deve essere rintracciato sempre altrove, nell’abisso diegetico invisibile che plasma le psicologie dei personaggi e ne determina le azioni. Niente è come sembra in questa dark comedy costruita tutta sulla sottrazione e l'inespresso. Commedia nera o tragedia intrisa d'ironia, "Under the Tree" è un film che arriva esattamente dove vuole arrivare seguendo un'escalation drammatica che il contesto urbano islandese, algido e trattenuto, finisce volontariamente per esasperare. Suggestiva l'ambientazione islandese dove i cliché sulla civiltà del popolo scandinavo vengono smontati uno dopo l'altro. "L'albero del vicino" è il terzo lungometraggio per Hafsteinn Gunnar Sigurðsson, ed è interpretato da attori molto conosciuti in Islanda. La "sfida" messa in scena in "L'albero del vicino" è una realtà molto diffusa in Islanda, dove spesso si litiga per l'albero del vicino. Gli alberi hanno una valenza particolare in questo paese, e soprattutto quando si possiedono da molto tempo è difficile rimuoverli. Il regista ha dichiarato: "L'albero del vicino" metaforicamente parla di un conflitto che può essere tra due differenti nazioni, etnie o gruppi religiosi, che molto spesso iniziano le loro dispute in maniera banale prima di far scoppiare una guerra vera e propria". Applausi al termine della proiezione per la stampa nella Sala Casinò.
"L' AFFIDO" di Xavier Legrand Sorprendente debutto alla regia per Xavier Legrand, che indaga l'abuso e la violenza familiare attraverso l'osservazione soggettiva del reale, spezzandone a poco a poco gli stessi legami costitutivi e ricombinandoli nel confronto infernale della psiche con il proprio rumore interiore. Che esordio, questo di Xavier Legrand! Grandi attori, regia millimetrica, storia tosta e racconto misurato, è tra le cose migliori viste nel grande Concorso della 74esima Mostra di Venezia, da cui è uscito come meglio non avrebbe potuto: Leone d’Argento per la regia e, assegnato da un’altra giuria, Leone del Futuro, ovvero migliore opera prima. Troppa grazia? No: introspezione psicologica, nessun manicheismo, pathos senza additivi, dolore senza placebo, è un esordio sorprendente proprio là dove gli esordi abitualmente falliscono, nel controllo della materia e nella padronanza del mezzo. Legrand dimostra maestria e perizia, fin troppo: calcolato, limitato, implosivo prima ed esplosivo dopo, sicché il suo film assume qualcosa di antico, incarna qualcosa che ti fa sperare arrivino i buoni, che ti fa confidare non tutto sia perduto, che l’irreparabile non succeda. Quattro anni dopo "Avant que de tout perdre", storia di una violenza coniugale che rivela compiutamente il talento del regista, Xavier Legrand rimette mano al suo corto, lo sviluppa e gli dona il respiro di un thriller sociale. Alla maniera del suo corto, pluripremiato al festival di Clermont-Ferrand nel 2013, "L'affido" affronta senza compiacenza l'abuso domestico e i comportamenti coercitivi esercitati da un padre (e un marito) per controllare emotivamente il nucleo familiare da cui è stato estromesso.