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domenica 29 dicembre 2024
Nuova programmazione settimanale del Cinema Spazio Uno di Firenze
20-01-2022
Ecco la programmazione del Cinema Spazio Uno di Firenze (via del Sole, 10) che da giovedì 20 a mercoledì 26 gennaio 2022 proietterà i seguenti film:
"TAKEAWAY" di Renzo Carbonera "Takeaway", presentato in anteprima durante l’edizione 2021 della Festa del Cinema di Roma è il secondo lungometraggio di Renzo Carbonera. La cosa che maggiormente colpisce di "Takeaway" è la scelta di Renzo Carbonera, che si è occupato anche della stesura della sceneggiatura, di non utilizzare la formula narrativa tipica dei film che trattano le tematiche dello sport e del doping. Nella pellicola non assistiamo infatti alla solita parabola dell’atleta che passa da un primo momento di successo per arrivare alla inevitabile disfatta tramite la quale prenderà coscienza dei propri errori. A rendere simili queste due relazioni c’è la presenza della sostanza: il doping che la protagonista assume per ottenere i risultati sportivi che desidera il suo allenatore è paragonato agli psicofarmaci che prende sua madre. Anche per quest’ultima le pillole sono necessarie per essere all’altezza delle aspettative che le vengono poste: senza di esse non è in grado di sopportare la sua vita, che sente di non avere scelto e sulla quale non ha controllo. Ha il carattere della dipendenza anche il rapporto stesso che unisce Maria e Johnny: in questo caso, l’uomo è sia sostanza che pusher, mentre la donna ha le caratteristiche della dipendente. In più di un’occasione, in cambio di una dose dell’approvazione di lui, essa è pronta a privarsi della propria libertà e a rimettergli le scelte riguardanti la sua vita. Libero De Rienzo, nell'ultimo ruolo da coprotagonista, riesce a rendere fisica la frustrazione e il bisogno di rivalsa di un uomo che ha smesso da tempo di vedere lo sport come una competizione pulita. Carlotta Antonelli, per parte sua, con un'andatura doverosamente oscillante da marciatrice, finisce con il rappresentare quasi simbolicamente lo stato d'animo di Maria.
"HOUSE OF GUCCI" di Ridley Scott "House of Gucci" è il nuovo e attesissimo film di Ridley Scott tratto dall’omonimo romanzo di Sara Gay Forden e incentrato sull’omicidio di Maurizio Gucci che, negli anni ’90, vide Patrizia Reggiani, sua ex moglie, come mandante. Il film, che aveva già attirato su di sé qualche polemica ancor prima di arrivare in sala, non ha mai la pretesa di volersi prendere sul serio, creando dei personaggi al limite del macchiettistico e delle scene decisamente sopra le righe. Ridley Scott realizza un film eccessivo con autoironia mentre mette in scena una farsa grottesca dai contorni volutamente e squisitamente kitsch premendo sul pedale dell’esagerazione (ne è un esempio il personaggio di Paolo Gucci, una sorta di caricatura fumettistica interpretata da Jared Leto). Diviso tra Milano, Roma, New York e le montagne innevate della Svizzera, il film – fortemente osteggiato dalla famiglia Gucci che minaccia azioni legali – è il ritratto di una famiglia divisa tra passato e presente, tradizione e innovazione, musei e centri commerciali, eredità e apertura al nuovo. Un film in cui l’abbondanza delle finanze Gucci e delle ambizioni personali dei personaggi, si traduce anche in un’abbondanza visiva fatta di decine di look, ambientazioni, parrucche, accessori, canzoni (in alcuni passaggi usate in modo didascalico). Il risultato sono oltre due ore e mezza di un melodramma pop all’ennesima potenza in cui assistiamo all’ascesa, caduta e risalita di un brand sullo sfondo di una guerra familiare fatta di tradimenti e colpi alle spalle. Adam Driver non se la cava affatto male nel ruolo di Maurizio Gucci: ne fa trasparire l'eleganza, l'orgoglio, l'ambizione e anche i lati più oscuri. Ma su tutto il cast svettano la Patrizia di Lady Gaga che si mangia la scena ed è perfettamente intonata al registro del film e l’Aldo Gucci di un sempre gigantesco Al Pacino che ha l’autoironia necessaria per divertire e divertirsi.
"ILLUSIONI PERDUTE" di Xavier Giannoli Lucien è un giovane poeta in cerca di fortuna. Nutre grandi speranze per il suo futuro ed è deciso a prendere le redini del proprio destino abbandonando la tipografia di famiglia e tentando la sorte a Parigi sotto l’ala protettrice della sua mecenate. Rifiutato dalla società aristocratica parigina per le sue umili origini e la sua relazione pericolosa con la baronessa, si ritrova solo, senza un soldo, affamato e umiliato e cerca vendetta scrivendo articoli controversi. All'interno della Parigi tanto ambita, trova un mondo cinico dove tutto – e tutti – possono essere comprati e venduti.
"DIABOLIK" di Manetti Bros Da Mario Bava ai Manetti Bros. La nuova versione cinematografica di "Diabolik" riparte proprio da lì, dalla fine degli anni '60. Nel 1968 infatti è stato realizzato quello che fino ad oggi era stato l'unico film tratto dal celebre fumetto delle sorelle Giussani. Probabilmente non è solo una coincidenza o un omaggio. Liberamente ispirato al fumetto n. 3, "L'arresto di Diabolik" pubblicato il 1° marzo 1963 dove compare per la prima volta il personaggio di Eva Kant, il nuovo "Diabolik" sembra avvicinarsi a una forma di racconto più classico, in realtà si tratta di un altro intrigante viaggio nei generi da parte dei Manetti Bros: un lavoro di incessante contaminazione di linguaggi. Il "Diabolik" dei Manetti è un film d'epoca, per mantenere intatto lo spirito vintage del fumetto. Sarà ambientato a fine anni 60, con tanto di auto d'epoca e "l'immancabile Jaguar, ovviamente", tra Milano, Trieste e Bologna. Ma la vera sorpresa sarà la storia. "Per raccontare davvero Diabolik è impossibile non raccontare Eva Kant - afferta Marco Manetti - sarà coprotagonista del nostro film al 100%, vogliamo raccontare l'incontro tra Diabolik ed Eva, due anarchici in un mondo di assoggettati depressi. Il nostro sarà un film di azione sì, ma anche oscuramente romantico". Ed è proprio sulla relazione tra i due che si poggia gran parte del film: ciò che cambia la vita di Diabolik è la conoscenza con l’affascinante Eva Kant. Il loro rapporto è un continuo gioco costituito da sfide psicologiche in cui entrambi rischiano qualcosa e contemporaneamente restano vittime di un colpo di fulmine che li unirà per sempre. Sgombriamo subito il campo: è Eva Kant la vera protagonista del film. La storia funziona eccome: mettere su pellicola i personaggi dei fumetti è complicato, ma i Manetti Bros confezionano un'opera che, se pure porta il nome di un uomo, ha il grande merito di regalare un intenso ritratto di donna.
"IL POTERE DEL CANE" di Jane Campion George e Phil sono una coppia di fratelli che possiede un ranch nel Montana. Quando George sposa la giovane vedova Rose e la porta a vivere nel ranch, Phil prende di mira la donna e suo figlio Peter, tormentandoli senza sosta.