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giovedì 26 dicembre 2024
Nuova programmazione settimanale del Cinema Spazio Uno di Firenze
10-11-2022
Ecco la programmazione del Cinema Spazio Uno di Firenze (via del Sole, 10) che da giovedì 10 a mercoledì 16 novembre 2022 proietterà i seguenti film:
"BOILING POINT. Il disastro è servito" di Philip Barantini È una chicca della recente stagione cinematografica britannica ed esce in Italia il 10 Novembre -distribuito da Arthouse- portandosi dietro recensioni più che positive. È "Boiling Point - Il disastro è servito" il miglior film del 68° Taormina Film Fest, che vince anche la miglior regia conquistando gli ambiti Cariddi d’Oro e d’Argento. Il film ha ottenuto quattro candidature ai BAFTA, undici candidature e quattro premi ai British Independent. "Boiling Point - Il disastro è servito" è il secondo film di Philip Barantini girato in un unico piano sequenza di circa novanta minuti. Il racconto riscrive nella dinamica di genere lo chef movie già assaggiata in varie ricette, dalla commedia "Chef" di Jon Favreau all’horror "The Menu" di Mark Mylod, passando per la serie "The Bear" ambientata in una paninoteca italiana. Ma "Boiling Point" realizza un’operazione diversa. Prima di tutto c’è il piano sequenza: se lo fai come "Boiling Point" la strategia ha le sue ragioni. Il film vuole infatti restituire la realtà concitata e nevrotica di un ristorante di classe, nel momento del "rush", in cui tutti si muovono compulsivamente, dal responsabile all’ultimo cameriere, e la situazione acquista senso proprio dal moto vorticoso che la frulla. Più chiaramente la verità dei personaggi e del momento deriva da questo turbine per scuotimento, come se fossero shakerati in un cocktail, appunto. E la cinepresa fa un ottimo lavoro, grazie anche al direttore della fotografia Matthew Lewis: perlustra le cucine e si lancia nello slalom tra i tavoli, si sofferma su un coperto per poi lasciarlo e riprenderlo, pedina le figure all’esterno e poi di nuovo all’interno. Ci consegna l’assedio del personale che serve la cena: qui si inserisce il thriller, genere di elezione di "Boiling Point". Dentro la cornice stilistica, che è il punto della questione e la potenza del film, ecco la storia di Andy (magistrale prova di Stephen Graham), lo chef che affronta problemi sempre più insormontabili. "Boiling Point" è un crescendo di tensione incalzante, spietata, che ti afferra come una tenaglia trascinandoti sul suo terreno in perenne terremoto. È un thriller in cucina: per chiunque abbia lavorato anche solo un’ora in un locale, praticamente imperdibile. Ma anche per gli altri.
Giovedì 10/11 Ore 17:30 - 21:15 - Giovedì 10/11 Ore 21:15 Presentazione film con Alessandro Tiberio di Arthouse Film Venerdì 11/11 Ore *19:30 - 21:10 - Venerdì 11/11 Incontro con Maria Cassi dopo la proiezione delle ore 19:30 - Venerdì Ore 21:10 Incontro con Maria Antonietta Gulino, presidente dell'Ordine degli Psicologi della Toscana, e Valentina Albertini, psicoterapeuta e docente Università di Firenze Sabato 12/11 Ore 15:30 - 21:15 Domenica 13/11 Ore 17:40 - *21:00 Martedì 15/11 Ore 17:00 Mercoledì 16/11 Ore *21:20
"ACQUA E ANICE" di Corrado Ceron "Come l'anice con l'acqua, la vita di Olimpia compenetra la non vita di Maria e la sporca". Corrado Ceron parla del suo primo lungometraggio, un road movie con protagonista Stefania Sandrelli nei panni di una cantante di liscio che a 70 anni ritrova le persone che l’hanno amata. Il film -passato negli Eventi Speciali delle veneziane “Giornate degli Autori”- è una commedia con la cornice del road movie, quest’ultimo cesellato dal vecchio furgone della protagonista che guiderà, narrativamente e visivamente, le tappe del viaggio. La protagonista Olimpia vive di atmosfere felliniane ed entra, grazie alla scrittura stratificata, in buona dialettica con il personaggio della giovane Maria, portato in scena dalla talentuosa Silvia D’Amico. Le due donne vivono il quadro mediante continui contrasti: esuberante, eccessiva, sopra le righe Olimpia quanto timida, scrupolosa e semplice Maria; nel mezzo la regia di Corrado Ceron fa “respirare” le emozioni dei personaggi, con la macchina a mano che si alterna ai quadri fissi, ai campi–controcampi, ai primi piani espressivi e alla testimonianza del paesaggio. Il percorso, o semplicemente il grido liberatorio di queste due donne è gestito con un finale in cui le traiettorie esistenziali approdano ad un punto fermo di forte impatto emotivo. Un’opera sincera, una storia che racconta di sentimenti e situazioni senza ricorrere a versanti retorici, a giravolte stilistiche o a linguaggi eccessivamente strutturati. I dialoghi esplorano l’anima e il focus è totalmente incentrato sulle due protagoniste. Un film pensato, sviluppato e prodotto in piena pandemia che ci riporta ad una dimensione intima, che va ad esplorare il tema della senilità con garbo e poesia. Il tempo sembrerebbe essere passato inesorabilmente: le danze e la musica sono un ricordo lontano e la parrucca “Milva” probabilmente giace in qualche angolo polveroso, poi però il richiamo alla vita, la voglia di un abbraccio e di viaggiare prendono possesso della scena emozionando. Una danza liberatoria tra le pozzanghere apre alla gioia e i suoni di una vita si ascoltano per l’ultima volta, con un bel bicchiere di acqua e anice. "L'importante è arrivare a destinazione", afferma Olimpia, ma quella destinazione è meno chiara di quanto poteva apparire all'inizio, e il rapporto con Maria avrà svolte inaspettate: ciascuna imparerà qualcosa dall'altra.