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martedì 05 novembre 2024
La nuova programmazione settimanale del Cinema Spazio Uno di Firenze
16-02-2023
Ecco la programmazione del Cinema Spazio Uno di Firenze (via del Sole, 10) che da giovedì 16 a mercoledì 22 febbraio 2023 proietterà i seguenti film:
UNA RELAZIONE PASSEGGERA di Emmanuel Mouret Una madre single e un uomo sposato intrecciano una relazione pur sapendo che il loro legame sarà puramente fisico. Entrambi sanno che non potranno mai avere alcun futuro come coppia, ma più trascorrono del tempo insieme e più si sentono in sintonia. I due si ritroveranno sorpresi dal grado di complicità che sono riusciti a raggiungere in breve tempo...ma come finirà la loro storia? "Una relazione passeggera" di Emmanuel Mouret è stato designato come "Film della Critica" dal SNCCI (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani). Presentato al 75° Festival di Cannes nella sezione Cannes Première, "Una relazione passeggera" è orgogliosamente fuori dal tempo, rohmeriano e alleniano non soltanto nel mood décontracté e nei dialoghi gustosi ma anche nell’attenzione per le parole con cui definiamo il sentimento. Mouret firma un piccolo, grande saggio sul sottile equilibrio che separa ciò che il cinema rivela e ciò che tiene nascosto, con due grandi protagonisti, Sandrine Kiberlain e Vincent Macaigne. Il regista è approdato attraverso un meticoloso lavoro sul linguaggio e sul ritmo a un cinema che ama parlare dell’amore. Lo scompone e lo ricompone, contento di ammirare come le modulazioni del racconto ne cambino il volto e le prospettive, sempre sul filo dello scarto tra l’impulso attrattivo e il gesto, un trattato sentimentale pieno di grazia che regala continuamente la gioia e l’incertezza dell’improvvisazione. “Que reste-t-il de nos amour?”. Comincia in un bar e prosegue nelle case, stanze d’hotel, parchi, musei la nuova ‘liason passagère’ del cinema di Emmanuel Mouret. Dalla Senna che apre e chiude il film, "Chronique d’une liaison passagère" disegna le tappe di una cronaca sentimentale dove i luoghi hanno una funzione determinante per come sono vissuti dai protagonisti. Giocando con una dimensione quasi paradossale dell’infatuazione e del desiderio, Mouret delinea una commedia in cui ogni personaggio cerca di sfuggire alla propria immagine, inconsapevolmente bugiardo anche con se stesso, dimostrando che i rapporti umani poggiano su fragilità perenni e che il sentimento amoroso si avvale di azioni insicure e incostanti.
EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE di Dan Kwan e Daniel Scheinert Evelyn Wang è una cinese americana che gestisce una piccola lavanderia a gettoni e deve occuparsi anche della sua famiglia: un padre ormai rintronato, una figlia adolescente con la quale è in conflitto, e un matrimonio con un uomo debole. Come se la sua incasinata vita non bastasse, riceve anche un controllo fiscale che la porta a imbattersi in Deirdre, un'ispettrice puntigliosa. Mentre deve fare i conti con l'agente, la donna assiste a una spaccatura nel multiverso, che la trascina in un'avventura fatta di realtà parallele... Un successo clamoroso ha travolto l'ingegnoso film diretto dai talentuosi The Daniels con protagoniste una strepitosa Michelle Yeoh e un'altrattanto formidabile Jamie Lee Curtis. Con un medagliere colmo di premi e nomination, tra cui le 11 recenti candidature agli Oscar 2023 "Everything Everywhere All at Once" torna nelle sale di tutto il mondo. Il film definitivo sul multiverso prodotto dai fratelli Russo, A24 e Ley Line Entertainment racconta una storia universale passando per tutte le dimensioni possibili del tempo, dello spazio e dell'essere. Un viaggio delirante, ma sempre coerente, in un metaverso che racconta l’essenza delle relazioni umane attraverso tanti generi cinematografici differenti, connessi in maniera originale e spettacolare. Un' opera altamente eccentrica e al contempo profonda che unisce commedia, dramma familiare, arti marziali, romanticismo, dita fatte di wurstel e un bagel che racchiude i segreti dell'universo. Uno dei film più geniali degli ultimi anni, capace di sovvertire le regole non scritte della fantascienza per contaminarla con tutto e di più. Un cinema a 360 gradi, capace di sorprendere e spiazzare di continuo: raro ricordare un film capace di mantenere un equilibrio tale, tanto che ognuna delle anime presenti collima perfettamente con le altre dando vita ad un insieme indimenticabile, dove ci si diverte ed emoziona in egual misura. Michelle Yeoh è la protagonista perfetta e offre forse la migliore interpretazione della sua intera carriera. Il tema del multiverso è stato inserito con una serie di situazioni originali e diverse ambientate nei vari mondi che fanno da sfondo alla trama principale, tra suggestioni animate e versioni "mostruose" e soluzioni mai viste prima.
"DECISION TO LEAVE" di Park Chan-wook Dopo il trionfo a Cannes con il Premio per la migliore regia andata a Park Chan-wook -un riconoscimento assolutamente meritato, in quanto la messa in scena di questo mix audace e spietato di giallo, commedia e melodramma è senza dubbio iun pregio del film.- la nomination ai Golden Globe come miglior film straniero e l’incredibile esclusione dalle nomination dei prossimi Oscar, arriva nelle sale l’attesissimo "Decision to Leave". Un film che si insinua sottopelle, dal ritmo cadenzato di una ballata d’amore e dalla tensione degna di un’opera di Hitchcock ma anche un’opera probabilmente non per tutti i gusti, da assaporare e digerire con calma, soprattutto a visione terminata. Pochi autori contemporanei sanno insinuarsi nella mente e nelle viscere del pubblico come Park Chan-wook. D'altro canto, la capacità dei grandi autori è anche quella di comprendere quando una vena si è esaurita ed è tempo di voltare pagina e trovare nuovi stimoli. Da troppi anni, susseguenti alla cosiddetta "trilogia della vendetta", Park Chan-wook è spesso stato vittima del proprio stile, innamorato di un manierismo. Una filmografia di eccessi che trova un brusco arresto in un film che pare l'esatto opposto del Park che eravamo abituati a conoscere. Sobrio e asciutto nella messa in scena, hitchcockiano nello spirito di un neo-noir che guarda consapevolmente ai classici del genere ma li veste di panni contemporanei: un uomo oggettivizzato e passivo, disarmato di fronte all'iniziativa di lei, e i dispositivi elettronici - chat e messaggi vocali, ma anche geolocalizzazione e tracciamento degli spostamenti - come mezzo principe (e talora anche un fine) nello svolgimento della loro liaison proibita. Quel che non ci si aspetterebbe da Park è un film all'insegna del "less is more", in cui la gratuita spettacolarizzazione è fuggita, tanto nel lato thriller che in quello romantico.