Un parterre di ospiti d’eccezione – dalla star di Bollywood Babil Khan allo scrittore Perumal Murugan acclamato dal New York Times, passando da Kiran Rao, regista del film in corsa agli Oscar per l’India fino ad arrivare al regista campione di incassi Vijay Krishna Acharya – per sei giorni di cinema e incontri tra prime italiane e europee, omaggi a giganti del grande schermo, opere sperimentali e successi che hanno sbancato al botteghino. E poi le iniziative speciali: talk, cooking show, presentazioni e una mostra.
Al via a Firenze il 24° River to River Florence Indian Film Festival: dal 5 al 10 dicembre 2024 al cinema La Compagnia (Via Camillo Cavour, 50/R - Firenze) e in altri spazi della città l’unica manifestazione in Italia interamente dedicata alla cinematografia e alla cultura del subcontinente indiano, con la direzione di Selvaggia Velo, in collaborazione e con il patrocinio dell’Ambasciata dell’India, sotto l'egida di Fondazione Sistema Toscana nell’ambito del programma 50 Giorni di Cinema a Firenze – parte del Progetto Triennale Cinema, sostenuto dal Ministero del Turismo e delle istituzioni locali e realizzato grazie al Protocollo d’Intesa tra Comune di Firenze, Regione Toscana e Fondazione Sistema Toscana, Fondazione CR Firenze, Camera di Commercio. Con il contributo di Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze e Ministry for Information and Broadcasting.
Oltre 20 le opere in programma – lungometraggi, corti, documentari e web series – di cui la metà firmate da registe donne. Da non perdere “Laapataa Ladies”, pellicola selezionata per rappresentare l’India nella corsa agli Oscar che sarà presentata per la prima volta in sala in Italia dalla regista Kiran Rao. Una satira tagliente che affronta con ironia la realtà della cultura patriarcale, con protagonista la superstar Nitanshi Goel (6/12 ore 20.30). Sul carpet anche il regista Vijay Krishna Acharya, autore di alcuni tra i film campioni di incassi nella storia del cinema indiano, a Firenze col nuovo lavoro “The Great Indian Family” a cui sarà affidata in prima italiana l’apertura del festival. Un esplosivo comedy-drama interpretato dal divo Vicky Kaushal che, tra coreografie in puro stile Bollywood, affronta un tema centrale nell’India di oggi: le differenze tra popolazione hindu e musulmana (5/12 ore 20.30). A impreziosire questa edizione si aggiunge la presenza dell’astro nascente Babil Khan, figlio dell’iconico divo Irrfan Khan, al River per presentare la prima italiana del thriller “Logout” di cui è protagonista, firmato dal regista Amit Golani, sulla crescente dipendenza da device e le sue inquietanti conseguenze (7/12 ore 20.30).
Tra i titoli da segnalare anche la prima europea di “Everybody Loves Sohrab Handa”, irresistibile commedia in giallo dal cast all stars firmata dal guru del cinema indipendente Rajat Kapoor, che chiuderà il festival alla presenza dell’attore protagonista Vinay Pathak (10/12 ore 20.30). E poi la prima italiana dello sci-fi distopico “Ennennum”, definito un perfetto “Black Mirror” indiano dalla giuria del Neuchâtel International Fantastic Film Festival che gli ha aggiudicato il proprio riconoscimento, alla presenza della pluripremiata regista Shalini Ushadevi (8/12 ore 20.30). Spazio al cinema del reale con una selezione di doc tra cui “Towards Self-governance” di Virendra Prabhakar Valsangkar, sul remoto villaggio di Mendha-Lekha, dove la popolazione vive in equilibrio con la natura proteggendo la foresta (10/12 ore 17.00); e a fare da contrappunto ai lustrini dei Bollywood movies “P for Paparazzi” di Divya Hemant Kharnare (prima europea, 8/12 ore 15.00) e “Dream Factory” di Aarushi Nigam (prima italiana, 6/12 ore 18.00), che osservano rispettivamente le vite dei cacciatori di celebrità e dei lavoratori dietro le quinte dell’industria del cinema di Mumbai.
Non solo cinema al River to River che quest’anno presenta, per la prima volta in Italia il celebre scrittore Perumal Murugan, voce di punta della letteratura tamil, in collaborazione con libreria Brac. Autore di romanzi, poesie e saggi accolti con favore dal pubblico e dalla critica indiana, le sue opere - tradotte in molte lingue - hanno spesso incontrato la disapprovazione di gruppi religiosi e forze politiche. Murugan sarà al festival per un incontro tra letteratura e attualità, in occasione della presentazione di “Rogo” (Utopia Editore), ultima opera tradotta nel nostro paese: dura cronaca del sistema delle caste che ancora oggi continua a influenzare la vita sociale, lavorativa ed economica in India, sebbene siano state bandite ufficialmente nel 1947 (10/12 ore 18.30).
E poi gli omaggi. River to River dedica un tributo al maestro del cinema hindi Raj Kapoor, celebre come il Charlie Chaplin del cinema indiano, in avvicinamento al centenario della nascita. Considerato uno dei più influenti rappresentanti della settima arte nel Subcontinente, acclamato da pubblico e critica, nel corso della carriera Kapoor è stato insignito di 3 National Film Awards, 11 Filmfare Awards e del Dadasaheb Phalke Award, il più alto riconoscimento per il cinema conferito direttamente dal governo dell’India. Il festival onorerà la sua figura riportando sul grande schermo il suo capolavoro “Awaara”, presentato a Cannes nel 1953 (8/12 ore 17.00), e il documentario “Raj Kapoor’s Loni Tunes”, uno spaccato sul mondo del grande regista narrato da Nadir Ahmed (8/12 ore 16.00). Altro anniversario importante è quello dei 30 anni dalla scomparsa dello storico delle religioni e orientalista francese Alain Daniélou. Per ricordarlo il festival propone una proiezione del documentario “Alain Danièlou-Il labirinto di una vita”, alla presenza del regista Riccardo Biadene (9/12 ore 18.30).
Tra gli eventi collaterali la mostra “The Shape of Self”, un racconto intimo e potente delle comunità transgender e transessuali nei distretti urbani di Calcutta attraverso l’obiettivo dal fotografo Alessio Maximilian Schroder. Realizzata in collaborazione con fsm - Fondazione Studio Marangoni e B.east Gallery e ospitata presso quest’ultima (via di Mezzo 40/a), l’esposizione corona il progetto intrapreso da Schroder nel 2014, anno in cui la Corte Suprema indiana ha riconosciuto ufficialmente il terzo genere. Al centro dell’obiettivo persone appartenenti a diversi contesti sociali, caste e generazioni. Attivisti e attiviste, attrici, negozianti, modelle, avvocati, danzatrici, sex worker, truccatrici, dipendenti di grandi aziende, insegnanti, studentesse ritratti e ritratte con gli abiti che più li rappresentano in luoghi legati alla storia personale di ciascuno e ciascuna tra tradizione, mutamenti sociali e lotta per affermare la propria identità (vernissage il 5/12 ore 18.00, visitabile fino al 5 febbraio 2025).
“Il River to River Florence Indian Film Festival, tenuto in Italia dal 2001, rappresenta un'iniziativa unica nel suo genere interamente dedicata al cinema indiano”, commenta S.E. l’ambasciatore dell’India Vani Rao. “Questo festival ha svolto un ruolo fondamentale nel portare il cinema indiano all'attenzione del pubblico italiano. Mi auspico che gli spettatori possano apprezzare la selezione di film indiani presentati a Firenze e scoprire il talento di numerosi nuovi registi e attori indiani. Auguro a tutti i partecipanti un festival piacevole e indimenticabile”.
“Ringrazio Selvaggia Velo per questa 24esima edizione del festival che, anche quest’anno, ci porta a indagare la cultura del subcontinente indiano” dice l’assessore alla cultura Giovanni Bettarini. “Con i suoi 20 film, di cui molti firmati da registe donne, questo festival davvero completo è da seguire tutto d’un fiato per capire che l’India non è poi così lontana.”
"Dall'India, dove ha sede una delle più importanti industrie cinematografiche al mondo, arrivano i film che animeranno la vita culturale toscana, dal 5 al 10 dicembre, nell'ambito della 50 Giorni di Cinema a Firenze, al River to River Florence Indian Film Festival" – afferma il presidente di Fondazione Sistema Toscana, Iacopo Di Passio. "Il festival del cinema indiano di Firenze, diretto da ventiquattro anni da Selvaggia Velo, con grande passione e competenza, è uno degli appuntamenti più attesi della 50 Giorni di Cinema, grazie alla sua ricca programmazione di film, serie, documentari e corti, che offrono agli spettatori uno spaccato delle espressioni artistiche e dei mutamenti sociali del subcontinente indiano, un territorio lontano, reso più vicino grazie al ponte culturale che il River to River riesce ogni anno a creare".
“Questa edizione è ricca di contenuti forti – conclude Selvaggia Velo – dalle questioni legate alla condizione della donna, con tutto ciò che la cultura patriarcale porta con sé, ai conflitti tra popolazione hindu e musulmana, fino alla tematica ambientale. Temi caldi che saranno esplorati in alcuni tra i film protagonisti di questa edizione, che come sempre affiancherà grandi successi del cinema Bollywood, produzioni indipendenti e capolavori di maestri del cinema. Ricco il parterre di ospiti tra registi, attori, produttori e autori. Non solo: siamo particolarmente felici di portare per la prima volta in Italia, in collaborazione con libreria Brac, l'acclamato scrittore Perumal Murugan, una delle voci più interessanti della letteratura indiana contemporanea. Un festival vicino a celebrare un quarto di secolo, che ancora una volta proporrà ai suoi spettatori un'esperienza India a 360 gradi".
RED CARPET: I BIG DELLA 24MA EDIZIONE
Sul palco del 24° River to River una sfilata di stelle di Bollywood a rappresentare l’intero spettro del cinema indiano: dai blockbuster campioni d’incassi alle pellicole indipendenti. Il primo a incontrare il pubblico sarà Vijay Krishna Acharya, che aprirà la manifestazione col suo “The Great Indian Family”. Regista di uno dei franchise di maggior successo del cinema hindi, “Dhoom”, ha firmato nel ruolo di autore il terzo capitolo della serie, che nel giro di dieci giorni è balzato in testa alla classifica dei film Bollywood campioni di incassi di tutti i tempi. Con una carriera che lo vede dividersi tra scrittura (collaborando con uno dei guru del cinema indiano, il regista Mani Ratnam) e cinepresa (con un altro boom al botteghino, “Thugs of Hindostan”), Acharya sarà l’ospite d’onore della serata d’apertura con il suo “The Great Indian Family”, spumeggiante saga familiare tra tradizioni e legami interpretata dal divo Vicky Kaushal (5/12 ore 20.30).
Si prosegue con Kiran Rao, regista, produttrice e sceneggiatrice la cui ultima opera, “Laapataa Ladies” è stata selezionata per rappresentare l’India ai prossimi Academy Awards. La regista sarà al festival per presentare la prima italiana in sala del film, in cui con leggerezza affronta uno dei grandi temi dell’India odierna: l’eredità patriarcale (6/12 ore 20.30).
E ancora, Babil Khan, modello e giovane divo figlio della superstar internazionale Irrfan Khan (“The Lunchbox”, “Vita di Pi”, “The Millionaire”, “Il treno per il Darjeeling”), che dopo il fulminante esordio attoriale nel 2022 con “Quala”, film drammatico di Anvita Dutt distribuito da Netflix, si sta imponendo negli studios di Bollywood. L’attore sarà al River per presentare “Logout”, di cui è protagonista, thriller firmato dal regista Amit Golani che racconta la vita di un giovane influencer alle prese con le conseguenze del furto dei propri dati (7/12 ore 20.30).
Si prosegue con Shalini Ushadevi, sceneggiatrice e regista vincitrice di un National Award (per la sceneggiatura di “Soorarai Pottru” di Sudha Kongara). Specializzata in generi cinematografici spesso considerati appannaggio maschile la regista sarà al River to River per la prima italiana di “Ennennum”, che accompagnerà il pubblico nel mondo della fantascienza distopica, indagando i limiti dell’umano (8/12 ore 20.30).
A salutare gli spettatori del River sarà invece Vinay Pathak: attore con 20 anni di carriera a Bollywood, protagonista del film di chiusura “Everybody loves Sohrab Handa” di Rajat Kapoor. Caratterista celeberrimo apparso in oltre 50 film, nella sua prolifica carriera ha partecipato con successo a film bollywoodiani classici come “Rab Ne Bana Di Jodi – Una coppia voluta da Dio”, grazie al quale ha ricevuto una nomination al Filmfare Award, uno dei maggiori riconoscimenti cinematografici in India (10/12 ore 20.30).
FOCUS LETTERATURA: LO SCRITTORE PERUMAL MURUGAN
Quest’anno il festival propone un approfondimento sulla letteratura contemporanea dell’India con lo scrittore Perumal Murugan, voce di punta della letteratura in lingua tamil. Accusato di blasfemia, è stato costretto a periodi di silenzio e a un lungo ritiro dalla scena letteraria. Ciononostante, un’attenzione crescente da parte della critica internazionale lo portato a due candidature al National Book Award per la letteratura in traduzione (nel 2018 e nel 2020) e a un rinnovato successo. I suoi libri, pubblicati in tutto il mondo, sono editi in Italia dalla casa editrice Utopia. Al festival Murugan, in collaborazione con libreria Brac, racconterà al pubblico l’ultimo libro tradotto in Italia “Rogo”: Kumaresan e sua moglie Saroja arrivano nel villaggio dove il ragazzo è nato, nel sud dell’India. Appartengono a due caste diverse e per questo il loro matrimonio è stato celebrato in segreto. Entrambi desiderano solo una quotidianità serena, ma quando però giungono a casa la madre di Kumaresan, una donna aggressiva e tradizionalista, maledice il figlio di fronte ai compaesani per aver contratto un’unione indegna. La vita per i due si rivela impossibile, e quando rimane incinta, Saroja si convince che è necessario allontanarsi per sempre. Mentre il marito è fuori per lavoro, tuttavia, la suocera ordisce una congiura per liberarsi di lei, con un esito imprevedibile e toccante (10/12 ore 18.30).
Sempre a cavallo tra letteratura e cultura sarà la conversazione “I mille volti dell’India”, che vedrà in dialogo Andrea Drocco, docente di lingue e letterature moderne del subcontinente indiano all’Università di Ca’ Foscari di Venezia, e il giornalista Leonardo Tozzi (7/12 ore 11.00).
FILM DI APERTURA E CHIUSURA
L’inaugurazione della kermesse sarà affidata a “The Great Indian Family” di Vijay Krishna Acharya: Billu (Vicky Kaushal, divo da 20 milioni di follower su Instagram) è cresciuto in una grande famiglia hindu credendo nei valori che gli sono stati insegnati, ma una lettera anonima mette in crisi tutte le certezze che ha su se stesso, sulla propria religione e sulla famiglia. E se non fosse hindu, ma musulmano, in un’India dove le due culture sono perennemente in conflitto? (5/12 ore 20.30). Chiusura con “Everybody loves Sohrab Handa” di Rajat Kapoor: Raman e Jayanti per festeggiare il loro anniversario riuniscono in un villa la famiglia e gli amici. Tutto sembra procedere per il meglio quando la notte si scopre che uno degli invitati, Sorab Handa (Vinay Pathak), è stato ucciso. Man mano che l'indagine si dipana, le relazioni vengono messe alla prova e i segreti svelati (10/12 ore 20.30).
LUNGOMETRAGGI IN CONCORSO
Spazieranno tra confronti generazionali, contrasti tra tradizione e mondo che cambia, visioni distopiche e storie di quotidiana follia i lungometraggi in concorso per il premio del pubblico. Oltre alle pellicole che apriranno e chiuderanno il festival in programma “Laapataa Ladies” di Kiran Rao: storia di due giovani spose che, a causa dell’abito matrimoniale identico e del velo che copre a entrambe il volto, durante un viaggio in treno si ritrovano scambiate dai rispettivi mariti. La situazione finirà per portare alla luce il lato oscuro dei matrimoni combinati, la persistente tradizione delle nozze forzate e la violenza che spesso dilaga tra le mura domestiche (6/12 ore 20.30). E poi “Logout” di Amit Golani, la vicenda di giovane influencer (Babil Khan) che vede il suo mondo vacillare quando un fan gli ruba il telefono minacciando la sua notorietà (7/12 ore 20.30); “Ennennum” di Shalini Ushadevi, ambientato in un presente alternativo in cui una coppia decide di sperimentare un costoso impianto che dona l’immortalità, esplorando il concetto di amore in una realtà dove il “finché morte non ci separi” non è un'opzione (8/12 ore 20.30); “The Metha Boys”, debutto alla regia del grande attore Boman Irani che segue un padre e un figlio con una relazione complicata costretti a passare 48 ore insieme (9/12 ore 20.30).
DOCUMENTARI IN CONCORSO
Riflettori puntati sui documentari, che quest’anno trasporteranno il pubblico dalla giungla dell’India centrale ai riflettori dei grandi set cinematografici, fino ai campi da cricket. In cartellone “Towards Self-governance” di Virendra Prabhakar Valsangkar: in un mondo sempre meno attento alla salute del pianeta il popolo del villaggio di Mendha-Lekha nella remota regione del Maharashtra, vive in equilibrio con gli elementi e protegge la foresta che lo circonda (10/12 ore 17.00); “Dream Factory” di Aarushi Nigam, lavoro che racconta le contraddizioni del cinema indiano, con gli enormi budget dei film Bollywood contrapposti alle condizioni precarie di chi lavora dietro le quinte (6/12 ore 18.00); “Four on Eleven: The Fading Glory Of Parsi” di Shrinkaran Beecharaju, sulla comunità parsi e il suo talento per il cricket (7/12 ore 18.30); “P for Paparazzi” di Divya Hemant Kharnare, la vita di un paparazzo a Mumbai in cerca dello scatto perfetto (8/12 ore 15.00).
CORTOMETRAGGI IN CONCORSO
Come ogni anno River to River propone una selezione della migliore cinematografia breve prodotta in India e inedita in Italia, frutto del lavoro di giovani registi emergenti. Ad aprire le proiezioni opere sul tema dei legami oltre ogni differenza (6/12 ore 17.00): “Bandar (Monkey)” di Geet Gangwani, in cui due fidanzati si trovano a dover affrontare la sfida di una relazione a distanza; “Bobby Beauty Parlour” di Shashwat Diwivedi, nel pomeriggio più caldo dell’anno, due amiche condividono i propri pensieri, paure e desideri; “The Apple” di Mayank Sharma, due bambini provenienti da mondi diversi stringono amicizia dividendosi una mela; “Croak Show” di Suresh Eriyat, un concerto di musica tradizionale indiana in mezzo alla foresta. Le proiezioni proseguono con lavori che indagano il tema della casa (7/12 ore 15.30): “Domestic Help” di Raveesh Jaiswal, un clown che non ha avuto successo lavora come domestico per una donna impegnata a stilare una lista infinita di cose da fare; “Home” di Nina Sabnani, una bambina racconta la storia della propria famiglia durante la Partizione del 1947; “RSVP” di Prerna Ramachandra, dopo la morte del padre, una ragazza si trova ad affrontare il lutto e contemporaneamente a cercare di capire la strana reazione della madre; “Dos Mujeres” di Shankey Srivasan, una donna indiana e una messicana affrontano ogni giorno le difficoltà di essere immigrate negli Stati Uniti.
GLI OMAGGI: RAJ KAPOOR E ALAIN DANIÈLOU
Attore, regista e produttore leggendario, Raj Kapoor (1924 - 1988), noto come il Charlie Chaplin indiano per i suoi iconici ruoli di vagabondo allegro e onesto nonostante le avversità, è considerato uno dei più influenti rappresentanti della settima arte nel Subcontinente. Popolarissimo non solo in India, ma anche nel Medio Oriente e in Unione Sovietica, Cina e Sud-est asiatico, Kapoor ha dominato Bollywood durante il suo periodo d'oro (1940-60). Molti tra i suoi film sono annoverati tra le opere cinematografiche più acclamate dell'India e gli viene attribuito il merito di aver portato la cinematografia indiana alla ribalta mondiale. La sua interpretazione nel capolavoro “Awaara”, presentato a Cannes nel 1953, è stata classificata come una delle “Migliori performance di ogni tempo nel cinema mondiale” dalla rivista Time, e proprio “Awaara” (“Il vagabondo”) – la storia di Raj, costretto a vivere in strada e a darsi al crimine a causa dell’allontanamento da casa della madre, accusata di infedeltà dal ricco marito – sarà riportato sul grande schermo durante il festival, in avvicinamento al centenario della nascita dell’artista (8/12 ore 17.00). Non solo: uno spaccato sul mondo del grande artista sarà proposto dal documentario “Raj Kapoor’s Loni Tunes”, nel quale il regista Nadir Ahmed approfondisce la vita di Kapoor e del suo secondo studio a Loni, un sobborgo di Pune, catturando l'essenza della sua eredità attraverso gli occhi del suo team di lavoro, alla presenza del produttore Devendra Jadhav (8/12 ore 16.00).
Il River to River rende omaggio anche a un altro grande interprete della cultura indiana: l’orientalista francese Alain Daniélou, a 30 anni dalla scomparsa. Stabilitosi in India nel 1937, Daniélou per 15 anni studia filosofia, musica e sanscrito nelle scuole tradizionali locali. Iniziato all’induismo shivaita, impara a suonare la vīnā, adotta l’hindi come lingua quotidiana e partecipa attivamente alla vita politica e alla lotta per l’indipendenza indiana. Noto col nome di Shiva Sharan (il favorito di Shiva), nel 1945 diventa docente all’università hindu di Varanasi, passando successivamente a dirigere un’importante biblioteca di manoscritti sanscriti a Chennai nel 1954. Agli inizi degli anni ’60 torna in Europa e nel 1963 fonda a Berlino, e nel 1969 a Venezia, l’Istituto Internazionale di Studi Musicali Comparati, dedicandosi a un’intensa attività divulgativa. Per celebrarlo il festival propone una proiezione del documentario “Alain Danièlou-Il labirinto di una vita”, alla presenza del regista Riccardo Biadene (9/12 ore 18.30).
L’INDIA IN CUCINA
Per gli amanti della buona tavola un appuntamento da non perdere. Il documentario “Mother’s Tongue” di Vanesa Millado, che segue la giovane Guerleen nella riscoperta della propria cultura punjabi grazie ai sapori della sua cucina, sarà associato al cooking show dello chef Basheerkutty Mansoor, creatore di Nura, primo food truck di cucina indiana in Italia che serve piatti tipici del Kerala (7/12 ore 17.00) e che sarà presente al festival per tutta la durata della manifestazione.
WEB SERIE
Non solo film al River to River: arriva sullo schermo del cinema La Compagnia “Our Big Punjabi Family”, l’irresistibile web serie che segue le vicende di Sitara – terapista familiare – e di suo marito Sunny – imprenditore tecnologico – che tornano a vivere con la famiglia di lui dopo aver perso tutti i loro soldi in un cattivo investimento. La convivenza con la numerosa e vivace famiglia Punjabi di Sunny porterà a situazioni esilaranti e a volte caotiche, mentre i personaggi affrontano le sfide della vita quotidiana, le differenze culturali e le dinamiche familiari (dal 6 all’8 dicembre presso la Saletta de La Compagnia, ore 18.00).
MOSTRA “THE SHAPE OF SELF” DI ALESSIO MAXIMILIAN SCHRODER
18 gli scatti in mostra, tutti realizzati in analogico, per questo lavoro mai esposto prima in una personale in Italia che trova casa all’interno del River to River. Il progetto “The Shape of Self” nasce per rivendicare il diritto delle comunità transgender e transessuali del Bengala Occidentale ad esistere e ad essere riconosciute. “Le persone ritratte sono uomini e donne trans ma anche hijra – termine che indica individui appartenenti a una comunità religiosa, simbolo tradizionale dell’identità non binaria nel Subcontinente – e cross-dresser – persone che indossano abiti comunemente associati al sesso opposto”, spiega Alessio Maximilian Schroder, fotografo che vive e lavora tra Vienna e Lisbona con un curriculum di lavori pubblicati tra gli altri anche su Der Spiegel, El Pais, Wiener Zeitung, British Journal of Photography, Domus, La Repubblica, Die Presse, L’Espresso, Il Manifesto. “La maggior parte delle foto sono state scattate anni dopo aver conosciuto le persone ritratte, la fotografia per me arriva più tardi rispetto alla creazione del rapporto coi singoli. Il mio è un lavoro sull’identità e ho cercato di riportare quest’ultima nel modo più onesto e corretto possibile, dopo un lungo studio sui luoghi, sulla storia e sulle abitudini dei soggetti. C’è chi ha scelto di farsi immortalare nella sua stanza di bambino o bambina perché lì ha definito la persona che è oggi; chi nella casa di chi l’ha supportato o supportata durante la crescita; chi nel contesto lavorativo da cui trae legittimazione”. Vernissage alla presenza dell’artista giovedì 5 dicembre ore 18.00 presso B.east Gallery. La mostra è in collaborazione con fsm - Fondazione Studio Marangoni e B.east Gallery e sarà visitabile fino al 5 febbraio 2025 secondo gli orari di apertura della galleria, ingresso gratuito.
INDIAN DJ SET E APERITIVO
Non poteva mancare una festa indian style dedicata agli spettatori e agli ospiti del festival. Venerdì 6 dicembre ore 19.00 appuntamento da Amblé (piazzetta dei Del Bene 7A) per un aperitivo al ritmo di musica in puro stile Bollywood.
River to River Florence Indian Film Festival si svolge con il patrocinio dell’Ambasciata dell’India, sotto l'egida di Fondazione Sistema Toscana nell’ambito del programma 50 Giorni di Cinema a Firenze – parte del Progetto Triennale Cinema, sostenuto dal Ministero del Turismo e delle istituzioni locali e realizzato grazie al Protocollo d’Intesa tra Comune di Firenze, Regione Toscana e Fondazione Sistema Toscana, Fondazione CR Firenze, Camera di Commercio. Con il contributo di Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze e Ministry for Information and Broadcasting. Sponsor: Publiacqua e Salvatore Ferragamo. Partner tecnici: Hotel Roma, B.east Gallery, fsm - Fondazione Studio Marangoni, Amblè, Diligentia. Media Partner: Firenze Spettacolo e RDF.
River to River Florence Indian Film Festival si impegna a tutelare l’ambiente, riducendo rischi e impatti, tramite scelte responsabili che limitino il suo impatto ambientale e promuovano l’efficientamento energetico, l’utilizzo responsabile delle risorse e il corretto smaltimento dei rifiuti.